Opere di Puccini attribuite a Verdi

Il macroscopico errore sulle brochure della stagione lirica I consiglieri in campo per conoscere i responsabili

Chi ha composto le opere liriche Tosca e Madame Butterfly? Giuseppe Verdi. Almeno stando a quanto riportato nelle brochure distribuite per promuovere la nuova stagione lirico/concertistica del teatro municipale Giuseppe Verdi. Sugli opuscoli fa bella mostra di sè il macroscopico errore. Le due famose opere non vengono attribuite, come è giusto che sia, a Giacomo Puccini, ma a Giuseppe Verdi. E così il teatro municipale finisce agli onori della cronaca per l’ennesima gaffe.

L’ultima volta risale al 2013 quando, sempre sulla brochure di presentazione della stagione lirica, si attribuì l’opera “Boheme” non a Giacomo Puccini ma, come al solito, a Giuseppe Verdi. Evidentemente allo staff che si occupa di curare la comunicazione e la pubblicità istituzionale il compositore Puccini proprio non deve piacere.

Ma a chi va la colpa di questa ennesima gaffe? Di chi è la responsabilità?

Difficile avere una risposta. Se lo chiedono anche gli stessi consiglieri comunali che hanno intenzione di chiedere spiegazioni in merito.

«Trovo incredibile quanto accaduto - commenta la presidente della commissione Cultura Rosa Scannapieco - perchè è una cosa che tutti dovrebbero sapere. Proprio per questo ritengo che ci troviamo di fronte a un semplice errore umano che non ha nulla di volontario». Ma come è possibile che nel corso della catena di controllo nessuno ci abbia fatto caso? «Forse è talmente automatico attribuire queste opere al loro reale compositore - continua la Scannapieco - che nessuno ci ha fatto caso. Trovo, però, quanto mai improbabile che si riesca a rintracciare il responsabile di tutto questo». La presidente sottolinea anche un altro aspetto: «Non bisogna considerare solo il danno d’immagine che tutto questo ha provocato - dice - ma anche quello economico perchè adesso bisognerà ristampare tutto il materiale contenente l’errore. Mi dispiace molto». Poi la promessa: «Parlerò di quanto accaduto in commissione».

A darle manforte, il vicepresidente della stessa commissione, ovvero il consigliere Emiliano Torre. «Dobbiamo capire chi si occupa di questi aspetti - dichiara senza mezzi termini - e cosa sia successo nei vari controlli. Bisogna parlare con gli uffici subito, senza nemmeno indire la commissione perchè significherenne un’ulteriore perdita di tempo. Non ci troviamo di fronte a un errore irreparabile ma è comunque una cosa che non doveva succedere».

Ma se i consiglieri volessero indagare, a chi dovrebbero rivolgersi per avere delle risposte alle loro domande?

Sul sito del teatro Verdi si informano i navigatori che per quanto riguarda la stagione incriminata le persone a cui rivolgersi sono: Daniel Oren (direttore artistico da 240mila euro l’anno), Antonio Marzullo (segretario artistico), Rosalba Loiudice (responsabile produzione lirica), Peppe Iannicelli (ufficio stampa Comune di Salerno), Claudia Cianciulli (responsabile edizioni) che si avvale della collaborazione di Rosanna Di Giuseppe, Franco Paolo Gadono (coordinamento grafico-editoriale) e Rafal Olbinski (illustrazioni). Sicuramente almeno uno di loro saprà cosa è accaduto e chiarirà di chi è la colpa di questo errore.

Tra l’altro le spese sostenute per questo tipo di compiti non sono nemmeno esigue. Come si può leggere dall’ultimo rendiconto presentato (relativo alla stagione 2015), oltre al compenso a Daniel Oren, si sono spesi 39mila euro per l’ideazione e coordinamento del progetto grafico-editoriale, 25mila euro per la stampa e 16mila per la pubblicità (comprensiva della cura del sito web). Una spesa del genere richiede, quantomeno, un po’ di accortezza per evitare simili episodi. Ecco perchè i consiglieri comunali vogliono comunque dei chiarimenti.

Insomma, ultimamente il Comune di Salerno deve fare i conti con i refusi in ambito culturale. È solo di pochi giorni fa la gaffe relativa all’intitolazione dell’ex cinema Diana all’intellettuale Pier Paolo Pasolini, diventato in quell’occasione Pierpaolo Pasolini. Allora l’errore sembrò essere esclusivamente della tipografia. Stavolta è difficile che possa essere accaduta la stessa cosa. Si tratta, infatti, di un’attribuzione di opere totalmente sbagliata.

Si tratta solo di aspettare per conoscere cosa diranno dallo staff del Verdi e dall’assessorato alla Cultura.

©RIPRODUZIONE RISERVATA