Operaio mobbizzato «Tornato al lavoro ma mi sento inutile»

Severino ha chiesto al Comune un risarcimento di 2 milioni «Sono stato reintegrato, ma in un posto dove guardo la tv»

Una vicenda singolare, kafkiana, a tratti drammatica, rischia di costare al Comune una batosta storica in termini economici e d’immagine.

È la storia di Francesco Severino, 37 anni, dipendente della società Alba Ecologia srl e da circa un anno e mezzo protagonista, suo malgrado, dell’attualità locale. Le sue peripezie sono iniziate il 5 maggio 2012, quando. in un incidente stradale, un tir era finito contro la sua automobile e Severino, per le ferite riportate, aveva perso la vista all’occhio destro, l’udito all’orecchio destro, rompendosi clavicola e malleolo, con la necessità, dunque, di farsi impiantare delle staffe interne per rimettersi in piedi e camminare.

Vivo per miracolo, dopo circa cinque mesi di ricovero in ospedale e successivi accertamenti e riabilitazione, Severino era stato prima messo in ferie forzate, poi adibito ad altre mansioni, quindi licenziato dal presidente di Alba Ecologia srl, Vito Santese, lo scorso 28 marzo.

Il 37enne si era opposto a tale scelta dell’Azienda impugnando il provvedimento dinanzi alla Sezione del Lavoro del Tribunale di Salerno, vincendo sia in primo grado che in secondo dopo il ricorso presentato da Alba, con il giudice Attilio Franco Iorio che aveva bollato come illegittimo il licenziamento del dipendente, ordinando all’azienda Alba di reintegrarlo.

Per determinare l’entità del risarcimento, il Tribunale di Salerno aveva nominato un ctu, che aveva valutato l’esistenza di un “danno biologico illimitato” subito da Severino. L’avvocato del dipendente, Luca Vuolo, ha presentato una richiesta di risarcimento pari a due milioni di euro. Se ne discuterà, in prima udienza, il 18 aprile prossimo.

La vicenda finirà anche dinanzi ai giudici della Corte di Cassazione, per richiesta dello stesso avvocato Vuolo, che intende ottenere una sentenza definitiva.

«Non capisco come sia potuto succedere tutto questo – racconta sconsolato Severino – al ritorno dal periodo di malattia mi ero trovato in ferie forzate e con un ordine di servizio che mi adibiva ad altra mansione quale addetto del centro pesa e raccolta. Cosa che non potevo fare essendo categoria protetta a causa di patologie come neoplasie tumorali e problemi cardiaci».

Quindi cosa è successo?

Avevo impugnato l’ordine di servizio all’Asl che aveva sovvertito le direttive del consulente medico della società, scrivendo che dovevo lavorare in un ambiente protetto come impiegato. L’azienda, di risposta, mi aveva licenziato scrivendo che non esisteva un ambiente protetto.

Dando così il via alla battaglia giudiziaria…

Mi sono opposto dinanzi al Tribunale di Salerno che ha giudicato illegittimo il licenziamento, obbligando l’azienda a reintegrarmi a lavoro. Cosa che è avvenuta il 16 settembre 2012.

Quindi ora è di nuovo a lavoro?

Certo, ma, dispiace dirlo, mi sento inutile. Sono stato adibito al sistema di videosorveglianza finanziato dal Comune per circa 300mila euro. Le telecamere sono state regolarmente installate, ma non posso fare nulla perché non esiste un regolamento per tale servizio. In pratica, io guardo la televisione.

Intanto si attende l’esisto della causa che dovrà stabilire il risarcimento.

Nella relazione, il ctu ha parlato di mobbing nei miei confronti, ambiente ostile e vessazioni per importo illimitato. Il mio avvocato ha chiesto due milioni di euro.

Potrebbero essere i cittadini a pagare ciò che lei hai subito?

Spero che non sarà così. Ho incontrato all’epoca del licenziamento l’ex sindaco Giovanni Santomauro, senza riuscire a trovare un accordo. Poi ho parlato con il commissario Ruffo, il quale mi ha detto che, visti gli atti, avrebbe fatto pagare i responsabili. Aspetto ancora che faccia qualcosa.

Cosa s’aspetta dal commissario?

Deve andare in profondità nella vicenda. Per ora, Comune e Alba hanno speso già tanti soldi per pagare gli avvocati che hanno seguito il procedimento.

Francesco Piccolo

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