«Onore all’esempio del tenente Pittoni» 

Una gigantografia del carabiniere e le parole del comandante Nistri nel decimo anniversario dell’omicidio

Una giornata per mettere in comune la memoria di un ragazzo, un carabiniere, che ha dato la vita per la sua comunità. È questo lo spirito con cui ieri si sono svolte le celebrazioni in ricordo del tenente Marco Pittoni, ucciso in un conflitto a fuoco il 6 giugno del 2008. Una vita strappata a soli 33 anni da due colpi di pistola mentre il comandante della tenenza di Pagani affrontava disarmato uno dei tre malviventi che stavano mettendo a segno una rapina nell’ufficio postale di corso Ettore Padovano.
Alla giornata di cerimonie ha preso parte il comandante generale dell’arma dei carabinieri, Giovanni Nistri, che durante la messa del pomeriggio ha messo in risalto quanto sia stato importante l’esempio che con la sua vita Pittoni ha dato e continua a dare. «L’arma dei carabinieri non è un singolo comandante, né una caserma, l’arma è una comunità – ha detto il comandante generale Nistri -. Ed è su questa comunità, che oggi ricorda uno di noi che non c’è più, che dobbiamo far forza. Non servono disposizioni, circolari, ordini, quello che serve è l’esempio. L’esempio di un ragazzo che a soli 22 anni ha fatto una scelta: ha deciso di seguire le orme del padre, indossando la divisa e diventando maresciallo. Sceglie poi di avere le responsabilità del comando, diventando ufficiale. Nel 2007 la destinazione a Pagani e l’incontro con il destino. Compie la scelta definitiva. Poteva far finta di nulla quella mattina, mentre era nell’ufficio postale, era in borghese. Sarebbe stato facile per lui estrarre la pistola. Eppure ha scelto di non rischiare di mettere in pericolo la vita altrui offrendosi. E allora se un senso bisogna dare alla memoria, è quello che ha guidato la vita di Marco: il senso di poter fare una scelta».
Una persona forte, serena, radiosa - così monsignor Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia che ha presieduto la messa - ha descritto il tenente Marco Pittoni nella sua omelia. «Un uomo e un militare con un coraggio e un senso del dovere superiori, con una fede forte che ha inciso profondamente nella sua vita». Quel senso di legalità che da subito il tenente Pittoni cercò di trasmettere anche tra i più piccoli e che gli è infatti valso il nome di “tenente dei bambini”.
Anche il sindaco di Pagani, Salvatore Bottone, con parole commosse, e il comandante provinciale, colonnello Antonino Neosi, lo hanno ricordato come un esempio indelebile nel cuore di tutti, in grado di provocare l’attaccamento tangibile dei cittadini nei confronti dell’arma dei carabinieri. L’amministrazione comunale ha inoltre collocato sui balconi di Palazzo San Carlo una gigantografia che ritrae il tenente Marco Pittoni, scattata con la consueta sensibilità dal fotografo Luigi Pepe. Un’immagine che ieri, in presenza delle scuole del territorio, dei rappresentanti dell’arma e delle associazioni, è stata mostrata alla città in una cerimonia che si tenuta di mattina dinanzi al palazzo del municipio paganese, e della quale sono stati protagonisti i ragazzi speciali di Superabile Onlus e Autismo Fuori dal Silenzio, le associazioni che attualmente hanno le rispettive sedi in edifici che sono appartenuti alla camorra. Anche questo un segnale lanciato alla cittadinanza nella giornata che ha ricordato il coraggio di Marco Pittoni.
Martina Nacchio
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