Onda anomala, funzionano i soccorsi

Ieri al Molo Manfredi grande spiegamento di forze per le prove d’intervento in mare. Coinvolta la portaerei “Cavour”

Una lunga fila di “naufraghi” - ai quali i volontari della Croce rossa continuano a distribuire, solerti ed efficienti, bottigliette d’acqua e coperte di lana, anche se ci sono più di 25 gradi centigradi, un mare calmo e un cielo terso - fermi in attesa davanti alle tende allestite dalla Protezione civile sul molo Manfredi per essere identificati come sopravvissuti e denunciare gli eventuali dispersi causati dal maremoto abbattutosi su Salerno. Simulato, ovviamente.

È questa l’ultima istantanea di una mattinata a dir poco “eccezionale” vissuta all’interno degli spazi della Capitaneria di porto dove si sono svolte le esercitazioni di salvataggio in mare previste dal progetto internazionale “Twist” organizzato dal Dipartimento della Protezione civile con fondi europei.

Il “may day” scatta poco prima delle 10: qualche istante dopo che un’onda anomala si è abbattuta su una nave passeggeri in transito al largo del porto cittadino. La violenza del mare fa sbattere il natante contro la banchina: ci sono diversi feriti, alcuni dei quali gravissimi, e dai serbatoi squarciati comincia a disperdersi in acqua liquido infiammabile. Da terra partono immediatamente i soccorsi e si attiva la procedura di emergenza. Si alzano gli elicotteri della Guardia costiera, tre gli ospedali da campo allestiti sulla terraferma, cinque le ambulanze che aspettano i feriti sul molo, decine e decine i volontari che partecipano all’operazione, tanti gli osservatori “stranieri” arrivati a Salerno da diversi Paesi europei per imparare ad “allinearsi” alle procedure da seguire in caso di calamità.

Le motovedette recuperano, in diversi viaggi, tutti e cento i passeggeri della “Caronte” - (la nave che ha simulato l’incidente) - i feriti (finti) sono 15 che diventano dopo alcuni minuti 13 (due purtroppo non ce la fanno a sopravvivere alle ferite riportate a bordo, la simulazione ha un cannovaccio ben preciso), uno dei più gravi viene trasportato in eliambulanza al Cardarelli di Napoli. Sono tutti scossi e perfettamente calati nella loro parte: «Non so che fine abbiano fatto i miei parenti», dice quasi fra le lacrime Carmen Marotta di Sapri che poi, svestendo finalmente i panni della sopravvissuta, dice: «È stata una esperienza molto forte, gli organizzatori sono riusciti a trasmettere l’ansia ed era tutto molto realistico». Insieme a lei, tra i figuranti del drammatico scenario immaginato, molti volontari della Croce rossa (uno dei quali feritosi realmente a una mano poco prima dell’inizio della simulazione) e molti studenti dell’Università degli Studi di Salerno.

A dare il via all’esercitazione è stato il capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli che per buona parte della mattinata è stato sulla banchina, insieme al comandante della Capitaneria di porto, Maurizio Trogu, a supervisionare le operazioni di soccorso. Poco dopo le 13 il prefetto è “volato” sulla portaerei “Cavour”, ormeggiata al largo del “Marina d’Arechi”, dove ci sono state altre simulazioni di soccorsi: i feriti recuperati sono stati trasferiti nell’ospedale della nave che gode di attrezzature all’avanguardia e di ben due sale operatorie.

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