Omicidio Gaito Dopo trent’anni nessun risarcimento

Una lunga battaglia legale portata avanti dalla famiglia Il Tar ha dichiarato la propria incompetenza a decidere

Il Tar respinge la richiesta risarcitoria della famiglia Gaito per la morte di Vincenzo Gaito: gli eredi, che avevano chiesto di accedere al fondo per le vittime di reati di tipo mafioso, hanno incassato per la seconda volta un rigetto, col tribunale amministrativo regionale della Campania a ravvisare delle incongruenze e a dichiararsi di fatto incompetente per la decisione.

La sezione staccata di Salerno, composta in prima sezione, ha così di fatto chiuso senza una decisione la vicenda rappresentata dal legale dei familiari di Gaito, avvocato Giuseppe Mandarino, al ministero dell’Interno, rappresentato dall’avvocatura distrettuale dello Stato.

Il diritto di accesso al Fondo di solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, subordinato alla sentenza definitiva di condanna al risarcimento dei danni a carico di soggetti imputati dei reati di tipo mafioso, e all’assenza di pregiudizi penali della persona uccisa, non è stato riconosciuto alla famiglia di Vincenzo Gaito. Il Tar ravvisa che il tribunale di Nocera, con una decisione del 2011, ha pronunziato una condanna al risarcimento dei danni a carico dei soggetti riconosciuti colpevoli dell’omicidio di Gaito in sede penale, ma che la sentenza da sola non basta a rendere automatico il riconoscimento. Quei benefici chiesti davanti al Tar, infatti, legano la loro attribuzione alla verifica, da parte del Comitato, della sussistenza anche degli altri presupposti, quali la mancanza dei pregiudizi penali. Il Tar ritiene infondato il ricorso e lo respinge per la personalità del reo, e perché il giudizio richiesto in questo caso non è di tipo esecutivo, legato cioè all’ottemperanza di una decisione, ma cognitivo, legato all’accertamento dei fatti. La sentenza di riferimento passata in giudicato con pronuncia del 13 gennaio 2011 da parte del tribunale di Nocera Inferiore in seconda sezione civile, che, come scrive il Tar, «si è limitata a pronunziare una condanna al risarcimento dei danni a carico dei soggetti che, in sede penale, sono stati riconosciuti responsabili del delitto di omicidio del signor Gaito Vincenzo», costituendo uno dei presupposti per l’accesso al fondo.

La condanna, spiega la sentenza del Tar, non basta a dar luogo in via immediata e diretta all’applicazione dei benefici invocati, «rilevandosi che la loro attribuzione resta comunque subordinata alla verifica , da parte del Comitato, della sussistenza anche degli altri presupposti, in particolare la mancanza dei pregiudizi penali».

La sentenza è stata depositata in segreteria due giorni fa. Gaito, morì il trenta maggio 1984, poco dopo essere tornato da Brescia per accudire il padre, lavorando in pizzeria.

Venne ucciso mentre si recava al circolo San Gaetano, in via Orlando a Nocera Inferiore, per vedere in tv la finale di Coppa Campioni Roma-Liverpool. Davanti a un folto gruppo di testimoni, venne raggiunto da un commando ordinato dal boss Carmine Alfieri, nel repulisti dei cutoliani ordinato in tutto l’Agro nocerino-sarnese.

L’azione di guerra della Nuova famiglia uccise Mario De Maio, parente di “Tore o’ Guaglione”, e Gaito, in una spietata esecuzione.

Alfonso T. Guerritore

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