Omicidio Aziz, ergastolo bis per i killer

Pagani: in Assise d’Appello viene confermata la sentenza di primo grado. Carcere a vita per De Vivo, Fezza e Confessore

PAGANI. Nuovo ergastolo per i tre i tre imputati del duplice omicidio Aziz-Cascetta. I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Salerno, presidente Rosa Sergio, hanno letto la sentenza ieri pomeriggio dopo le diciotto, ribadendo la condanna di primo grado nei confronti di Vincenzo Confessore, Francesco Fezza e Andrea De Vivo ritenuti gli esecutori del duplice raid.

Prima della sentenza, alle ultime battute del procedimento di secondo grado, tutti e tre gli imputati avevano chiesto e ottenuto di rilasciare dichiarazioni spontanee a sostegno della loro innocenza. L’iter dell’appello ha confermato quanto emerso due anni fa, con la condanna all’ergastolo arrivata dopo una lunga battaglia processuale. Nelle scorse udienze i legali di Francesco Fezza, nipote del boss Tommaso Fezza, avevano presentato doppia istanza di ricusazione per i giudici che avevano condannato lo stesso imputato nel corso dell’appello del maxiprocesso Taurania e che avevano avvalorato quanto detto dal pentito Domenico Califano. Il terzetto agì nel pomeriggio del diciotto agosto con una esecuzione di camorra, messa in atto col metodo mafioso, quale promanazione del clan Fezza-D’auria, il gruppo criminale della Lamia ritenuto pienamente attivo dalla Dda eppure sempre ridimensionato dai tribunali.

Metodo e azione criminale testimoniati da due cadaveri, quelli del tunisino Ben Aziz, il pugile testa matta, e di Alessandro Cascetta, suo accompagnatore casuale, con obiettivo puntato sull’extracomunitario. Dietro l’azione c’era una questione di droga aggiunta ad un litigio avvenuto la sera prima nella villa comunale.

L’estate 2008 chiuse i mesi di fuoco del gruppo di giovani che misero le mani sul sistema della droga a Pagani, con l’eclatante omicidio di Antonio Venditti, ucciso il venerdì santo 2007. Anche in quel caso il gruppo era lo stesso, con un solo condannato in cassazione, Luigi Fezza, altro nipote del boss Tommaso, e la doppia assoluzione di Vincenzo Confessore. La questione del gruppo criminale, dopo la conferma di ieri, resta al centro dell’azione della Dda, che lavora da anni per dimostrare l’esistenza del clan della Lamia, attivo nel centro storico di Pagani da membri delle famiglie Fezza e Petrosino D’Auria.

L’ultimo atto giudiziario conferma il lavoro del pm Maurizio Cardea, che sostenne l’accusa contro i tre ora condannati in appello alla pena dell’ergastolo.

Alfonso T. Guerritore

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