la vicenda

Oltre tre anni tra perizie e “misteri”

La vicenda che ha portato all’apertura dell’inchiesta e alla citazione a giudizio per frate Luigi Petrone è relativa alle lacrime di sangue presenti sulla statua del Bambino Gesù che, giunta al...

La vicenda che ha portato all’apertura dell’inchiesta e alla citazione a giudizio per frate Luigi Petrone è relativa alle lacrime di sangue presenti sulla statua del Bambino Gesù che, giunta al santuario di sant’Antonio e san Francesco da Bethlemme, fece gridare al prodigio il 22 e 23 ottobre del 2010. Dopo un po’, scattò il sequestro della statuta ma, quattro mesi, l’11 febbraio del 2011, il tribunale del Riesame ne dispose la restituzione al convento dei frati francescani. Un mese dopo la riconsegna della statua – chiesta e ottenuta da fra Gigino, attraverso il suo legale di fiducia, Maria Rosaria Crispo – la Procura chiese nuovamente la restituzione del Bambino Gesù. Dalle varie indagini e dalle consulenze tecnico-scientifiche disposta dal sostituto procuratore Roberto Penna, emerse che le lacrime di sangue riscontrate sul volto del Bambinello, non avrebbero ottenuto l’effetto “solco”: ossia, non era palese una loro evidente caduta verso il basso. Anzi, il professore di fisica scelto per la perizia, avrebbe individuato degli schizzi di sangue dall’alto. Da parte sua, però, padre Petrone fece esaminare un campione di sangue, che risultò del gruppo “AB”, presente anche nella Sindone di Torino, a Lanciano e a Bolsena, terre di miracoli eucaristici.

La statuetta, poi, è stata esposta per tre volte ai fedeli accorsi al Santuario, tante quante sono le contestazioni rivolte dalla Procura al frate, rettore dell’edificio sacro, per abuso della credulità popolare.