Oggi la segreteria del Pd per decidere su De Luca

Cantone: «Consultazioni da regolamentare». Bossa: «Tessere spropositate»

SALERNO. Convocare l’assemblea regionale per sospendere le primarie e convergere sulla candidatura unica. Oggi pomeriggio alle 17 alla segreteria regionale del Partito democratico si discuterà del “caso De Luca” ma soprattutto come uscire fuori da questa situazione di imbarazzo. Il sindaco di Salerno ha ribadito che non vuole ritirarsi dalle primarie, convinto che prima del voto di maggio, riuscirà a scrollarsi di dosso anche il problema “Severino” che lo renderebbe incandidabile alla Regione («In relazione alla legge Severino - ha detto - mi preme chiarire che il problema è inesistente, soprattutto dopo la sentenza della prima sezione civile della Corte d'Appello di Bari, che ha accolto il ricorso presentato dal consigliere regionale fasanese del Pd Fabiano Amati»). De Luca di fatto è candidabile alle primarie e la strategia è quella di vincerle e mettere il partito davanti al fatto compiuto costringendolo ad intervenire per modificare la legge.

Ma in segreteria, oggi, pronti a fare le barricate, saranno i renziani. Forti anche della benedizione di Lorenzo Guerini, il vice di Renzi, che sembra non aver gradito la gestione della vicenda da parte della segretaria Assunta Tartaglione. I renziani di fede Gennaro Migliore sono ottimisti, «per la sua candidatura abbiamo raccolto circa il sessanta per cento delle firme degli aventi diritto» ha dichiarato a Salerno l’europarlamentare Pina Picierno. Circa, dunque non quelle necessarie a capovolgere la situazione. Ma con Mario Casillo, che boatos napoletani già danno accanto a Migliore, tentare il colpo del voto in assemblea potrebbe essere la soluzione definitiva. Del resto all’ultima direzione regionale - quella partecipata non quella telematica - fu proprio l’onorevole Guglielmo Vaccaro ad invocarla, dalla sua parte anche Enzo Cuomo, per chiudere definitivamente la partita delle primarie. Se effettivamente le firme raccolte per la candidatura dell’ex vendoliano dovessero essere vicine a quel sessanta per cento necessario a far passare la mozione, allora tanto De Luca che Cozzolino rischiano. Ma evidentemente non è così, perché né il sindaco di Salerno né l’europarlamentare hanno accennato ad un passo indietro. E dunque la strategia di chi vuole misurarsi con il voto dei cittadini, sarà quella di trascinare la discussione fino alla data delle primarie - giusto un paio di settimane - evitando così un regolamento di conti interno. Ci riusciranno? Questo è tutto da vedere.

L’altro scenario sono le primarie. Da Roma tutti ne parlano bene ma nessuno le vorrebbe fare qui da noi. Tantissimi gli imbarazzi: dall’incadidabilità di De Luca in caso di vittoria alla possibilità del voto inquinato, alle spese «pazze» denunciate da Vaccaro.

Con De Luca anche Cozzolino difende le primarie e anche sabato a Salerno ha detto che «saltarle sarebbe un errore gravissimo. Il Partito democratico non rinunci a questa possibilità». Cosa diversa sul sindaco per il quale «deve essere lui a riflettere. È una legge che impone un ragionamento diverso».

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