Piana del Sele

Odissea tra due ospedali: «Nove ore per la diagnosi»

Il racconto della signora Adelizzi costretta a ricoverare la figlia per un malore. Il rimpallo tra Eboli e Battipaglia, le visite nei reparti e la lite per la lunga attesa

BATTIPAGLIA. Nove ore di attesa per una prognosi sullo stato di salute della figlia: è il racconto di una mamma ebolitana, Rosa Adelizzi, la “pasionaria” presidente del Comitato a tutela degli ospedali della Valle del Sele. «Non è ammissibile quello che accade negli ospedali - ha scritto su Fb - ieri (venerdì, ndr) ho vissuto un odissea di 9 ore di pronto soccorso... stamattina mi sono recata dal mio pediatra perché mia figlia aveva vomito diarrea e dolori forti addominali... il pediatra mi manda in ospedale a fare una consulenza chirurgica».
La signora arriva al pronto soccorso di Eboli: «accettazione ore 9.30: dopo averla visitata richiedono emocromo più ecografia, i valori risultano alterati quindi richiedono consulenza chirurgica». Ma «il medico della chirurgia non si pronuncia e richiede una consulenza pediatrica da tenere sotto osservazione perché i valori sono alterati uscita 12.40... Allora mi reco con mezzo proprio al pronto soccorso di Battipaglia».
Arriva alle 13: «visita pediatrica con il referto di Eboli. In pediatria dopo avele dato un farmaco per il vomito mi dice che eventualmente necessita di un ricovero e doveva essere trasferita altrove... Dopo 2 ore di attesa gli ricordo che stiamo aspettando». Alle15.30 ripetono l’emocromo: «i valori riferisce la pediatra si sono abbassati esclude una probabile appendice e la diagnosi è una gastroenterite, comunque mi spiega il trattamento da effettuare a casa ma allo stesso tempo chiede la consulenza chirurgica».
La signora a questo punto scende al pronto soccorso: «Mi mandano in un box dove una dottoressa dovrebbe visitare mia figlia: la dottoressa mi risponde che dovevo aspettare perché aveva da fare ... la invito a visitare mia figlia che dopo 9 ore di attesa ho aspettato abbastanza; dopo una discussione mi fa accomodare fuori dalla guardia e rivolgendosi ai colleghi dice non devano far entrare nessuno perché aveva da fare che si era rotta gli attributi», mentre la Adelizzi stava chiamando i carabinieri.
«Subito arriva un altro medico che visita mia figlia esclude che può avere problemi chirurgici e mi rimanda in pediatria perché per lui deve stare sotto osservazione pediatrica perché i valori non sono del tutto stabili e che deve essere la pediatra a prendersi la responsabilità... ritorno in pediatria e la dottoressa mi dice che il posto c’è, che forse è meglio tenerla sotto osservazione: alle 18.30 ricovero mia figlia».
E l’amara riflessione finale: «Un rimpallo di medici che non vogliono assumersi responsabilità non possono essere dei professionisti ... Non si può attendere 9 ore per una diagnosi. Ho denunciato l’accaduto perché non si può sostenere questa disorganizzazione ospedaliera: altro che inaugurazioni...».
Antonio Elia
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