le associazioni dei consumatori

«Occhio alle sviste e alle cartelle del 2008-2009»

Il nuovo incubo per i salernitani sono gli avvisi d’accertamento, per presunta evasione, risalenti al 2008. Cartelle che in teoria dovrebbero essere prescritte ma che, invece, vengono ugualmente...

Il nuovo incubo per i salernitani sono gli avvisi d’accertamento, per presunta evasione, risalenti al 2008. Cartelle che in teoria dovrebbero essere prescritte ma che, invece, vengono ugualmente inviate agli utenti. E questo genererebbe un’ulteriore confusione, perché a detta del Codacons anche gli avvisi risalenti al 2009 (anche se in questo deve essere presa in considerazione la data di spedizione) potrebbero essere nulli. «Decine di persone – rimarca l’avvocato Matteo Marchetti del Codacons – si stanno rivolgendo ai nostri operatori per chiedere una consulenza. Noi abbiamo anche diffidato la Soget, affinché non notifichi più le annualità non dovute, ma finora non abbiamo ottenuto alcun risultato». Dunque le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e promettono battaglia per far valere i diritti dei loro associati.

Anche perché, a detta di Marchetti, molto spesso si preferisce “sparare sul mucchio” e a farne le spese sono soprattutto le persone anziane, che pagano nonostante non sussistano i requisiti. «Atri cittadini, invece, si rivolgono a noi – aggiunge – in quanto in virtù delle verifiche sono stati riscontrati metri quadrati in più rispetto a quelli effettivamente posseduti». Il più delle volte, però, gli avvisi colpisco pure persone ignare, che in buona fede e senza alcuna malizia hanno evaso la Tarsu. Lo evidenzia Emilia Muoio di Federconsumatori. «In tanti – precisa – non erano affatto a conoscenza dell’obbligo di dover dichiarare il posto auto coperto nell’area condominiale. Si tratta di errori involontari perché la Tarsu è dovuta anche per la sola disponibilità di un’area». Muoio, tuttavia, punta il dito nei riguardi del front office della Soget. «Gli impiegati sono gentili – argomenta - ma gli uffici sembrano un suk». E questo perchè «manca persino un numeratore, che permetta agli utenti di prenotare il proprio turno d’accesso». Così decine di persone s’accalcano e attendono per ore prima di essere ricevute. «Sono lì ad aspettare – aggiunge Muoio – che esca un impiegato che annoti su di un foglio i nominativi di coloro i quali devono essere chiamati per entrare negli uffici». (g.d.s.)

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