“O mar’ nun se spertosa”, Greenpeace per il “sì” al referendum

“O mar’ nun se spertosa”, questo lo slogan scelto dagli ambientalisti di Greenpeace che ieri mattina, in piazza Portanova – così come successo in molte altre città italiane – sono entrati in azione...

“O mar’ nun se spertosa”, questo lo slogan scelto dagli ambientalisti di Greenpeace che ieri mattina, in piazza Portanova – così come successo in molte altre città italiane – sono entrati in azione per invitare gli italiani a votare “Sì” al referendum sulle trivellazioni offshore del prossimo 17 aprile, «quando si potrà democraticamente giudicare la strategia energetica del governo ed esprimersi per la tutela dei nostri mari e del futuro dell’Italia intera». Gli “oil men”, volontari vestiti di nero e con mani e volto sporchi di una sostanza oleosa simile al petrolio, hanno animato un flash mob (foto) per richiamare l’attenzione dei cittadini sul referendum. In ciascuna città in cui si è tenuto l’evento, l’appello di Greenpeace a non trivellare il Paese è stato tradotto nei dialetti locali, «perché la minaccia petrolifera riguarda tutti gli italiani».

«Indossare il “nero petrolio” – spiegano gli attivisti di Greenpeace – è stato un modo per far capire ai cittadini la vera posta in gioco al referendum del 17 aprile: il no alle trivelle è anche un no alla politica energetica del governo fondata sulle vecchie e sporche fonti fossili. Il petrolio è un inquinante capace di entrare nella catena alimentare e risalire fino alle nostre bocche. Il 17 aprile gli italiani hanno la possibilità di fermare le piattaforme più vicine alle nostre coste. Producono solo il 3 per cento del gas di cui l’Italia ha bisogno, e lo 0,8 per cento del nostro consumo annuo di petrolio, ma lo fanno inquinando, e molto».