Nuovo look per l’Unità di assistenza

Tende, paraventi per tutelare la privacy, bagni più dignitosi: lo sforzo dell’equipe di via Allende

Da fuori fa quasi paura. Anche visivamente ricorda vagamente quelle raffigurazioni dei gironi dell’Inferno dantesco che molti di coloro che vi si recano con cadenza abituale vivono quotidianamente, spalla a spalla con la propria dipendenza. Eppure al Sert, struttura dell’Azienda sanitaria locale che recentemente, e non a caso, ha mutato il suo nome in Unità operativa dipendenze, non si rivolgono ormai solo i tossici in cerca di metadone. La struttura di via Allende, infatti, da anni ormai è specializzata nelle cure e nel sostegno psicologico di tutte quelle persone - tanto i giovanissimi quanto gli anziani, tanto i professionisti che gli operai, tanto i perfettamente integrati nella società che i figli dei contesti più degradati della città - che per i più svariati motivi diventano ostaggio di qualche sostanza o di qualche pratica nociva alla salute. Ci sono percorsi per i tossicodipendenti, ma anche per gli alcolisti, per i giocatori d’azzardo, per i tabagisti o per chi, giovanissimo, è stato beccato con una canna e non si ritiene a rischio. Le persone prese in carico sono più di 1.600.

E per far sì che un luogo dove così tante persone cercano aiuto non sia più visto come un ghetto, la responsabile dell’Unità, Antonietta Grandinetti, col supporto del direttore del distretto sanitario di Salerno, Antonio Lucchetti, sta cercando da tempo di dare un volto nuovo agli ambulatori interni al palazzone e grazie ai fondi recentemente stanziati dalla direzione generale dell’Azienda, ci sta finalmente riuscendo. Con meno di 20mila euro, negli ultimi mesi, l’equipe è riuscita ad ottenere piccole ma importanti migliorie nella struttura: mura tinteggiate di fresco, tendine alle finestre, quadri alle pareti, paraventi che tutelano la privacy dei pazienti, bagni con porte e infissi nuovi. Tutto per rendere la struttura più accogliente e meno ostile.

«La somma destinata a ridare dignità ai locali è sicuramente da implementare visto che difficilmente l’Unità dipendenze cambierà sede - ha affermato Lucchetti - Il problema non sono i soldi ma il blocco burocratico che non permette di usarli laddove servono. Bisogna adottare dei criteri di priorità e il direttore Antonio Squillante ha dato un forte impulso il tal senso». (fi.lo.)

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