Nuovi guai per Della Monica

Chiesto il rinvio a giudizio per falso nelle comunicazioni sul bilancio della Hdc, portata al fallimento

Nuovi guai giudiziari per Antonio Della Monica, l’imprenditore cavese che da “re” dei supermercati è finito sul banco degli imputati per la bancarotta del gruppo Cavamarket con cui gestiva nel Salernitano la catena Despar. Ora il sostituto procuratore Marinella Guglielmotti ne chiede il rinvio a giudizio anche per false comunicazioni sociali nel bilancio della “Hdc” (cuore finanziario della holding, con sede a Salerno), contestando a lui e agli altri amministratori di aver con tribuito, con quel falso, al tracollo della società. Sulla richiesta di rinvio a giudizio deciderà a maggio il giudice dell’udienza preliminare Vito Di Nicola. Se accoglierà la tesi del pubblico ministero finiranno a processo, insieme a Della Monica (già presidente di Hdc), altre dieci persone tra ex soci, amministratori di società controllate e consulenti finanziari. Sono Roberto D’Andrea già amministratore della controllata Giada, Marcello D’Andrea che amministrava la Antema, Raffaele D’Andrea già alla guida della Damas, Vincenzo D’Andrea già al vertice della Artica, i tre componenti del collegio sindacale della Hdc (Ernesto Cesaro, Ignazio Carbone e Luigi Lamberti), Roberto Piccinini e Ruggero Battisti (rispettivamente presidente e consigliere della società di revisione contabile Italrevi), Sabrina Di Maio in qualità di socio della Italrevi e di esperto incaricato della relazione di stima sul valore delle società del gruppo Hdc. Per il sostituto procuratore Guglielmotti sono tutti colpevoli di aver manomesso i dati del bilancio 2008 (di non averlo impedito, nel caso dei componenti del collegio sindacale) «con l’intenzione di ingannare il pubblico e al fine di conseguire per sé un ingiusto profitto». In sostanza avrebbero comunicato ai soci una situazione finanziaria ben più florida di quella reale, omettendo di conteggiare una perdita di oltre 71 milioni di euro che derivava alla Hdc dalla partecipata Cavamarket e che era già emersa sei mesi prima. Una perdita che, se calcolata, avrebbe subito fatto emergere lo stato di “rosso” in cui tutta la holding era precipitata. Anche per questo sul fallimento del gruppo Hdc è aperta pure un’altra inchiesta, per bancarotta fraudolenta, per la quale sarà fissata a breve l’udienza preliminare.

È invece già in corso il processo per il crac di Cavamarket, apertosi il 9 febbraio con un’istanza di annullamento del capo d’imputazione «per genericità» presentata tra gli altri dagli avvocati Dambrosio, Rosciano, Greco e De Caro. Da quel processo è già uscito, con un patteggiamento a due anni e otto mesi, Roberto D’Andrea, difeso dall’avvocato Federico Conte che ora prepara l’istanza di pena concordata anche per il filone Hdc.

Richieste di patteggiamento, nella prima udienza del processo Cavamarket, sono state presentate anche per Marcello e Massimo D’Andrea (difesi dall’avvocato Giovanni Del Vecchio). Le richieste saranno valutate nella prossima udienza del 12 giugno, quando il collegio si pronuncerà anche sulle questioni preliminari sollevate dalle difese sul capo d’imputazione.

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