Nuove ombre sul Piano di zona 

L’Antimafia esamina il pagamento ad una coop deciso dalla Di Somma appena tornata in sella

Le politiche sociali dell’Agro ritornano nel mirino della Procura Antimafia di Salerno. La Dda è tornata a Scafati, dove da qualche giorno Maddalena Di Somma, indagata nell’ambito dell’operazione Sarastra, ha assunto nuovamente la carica di coordinatrice del sotto ambito 2 del Piano di Zona. La dirigente originaria di Angri, però, sta portando a termine anche le pratiche dell’Ufficio di Piano che vedeva Scafati agire come Comune capofila dell’Ambito unico poi diviso in tre sezioni. E come primo atto del suo nuovo mandato non è passata inosservata la delibera che porta alla liquidazione di 144mila euro in favore della cooperativa “Il Canguro”, la realtà sociale scafatese che gestisce il centro per minori “Il Mondo di Rosa” a Roccapiemonte. La somma riguarda le attività svolte nel 2016 dagli operatori della cooperativa di via Vitiello per conto del Comune di San Marzano sul Sarno, che ha affidato quattro ragazzi minorenni al centro. Fatture mai liquidate dall’Ente marzanese, con la cooperativa che dunque si è rivolta a Scafati in quanto Comune capofila del precedente Ambito e che ha provveduto ad anticipare le somme che la giunta del sindaco Cosimo Annunziata restituirà in modo dilazionato.
Soldi dovuti con un’operazione svolta alla luce del sole e con il parere positivo dei commissari straordinari di Palazzo Mayer. Tuttavia, la magistratura vuole valutare l’opportunità del pagamento, avvenuto subito dopo il ritorno della Di Somma. D’altronde “Il Canguro” è una realtà già nota all’Antimafia, visto le operazioni degli ultimi mesi. Perché spulciando tra i dipendenti e i collaboratori spunterebbero persone vicine ad esponenti politici dell’ultima amministrazione scafatese, già coinvolti nell’attività investigativa che vede tra gli indagati l’ex sindaco Pasquale Aliberti. Ecco perché la Dda vuole comprendere se ci possa essere un nesso, seppur minimo, tra tutti gli atti che hanno portato al pagamento della fattura. Inoltre, gli esponenti de “Il Canguro” erano finiti anche nelle mire di Michele Grimaldi del Pd, con l’ex consigliere comunale che, qualche mese prima dello scioglimento del Comune per camorra, aveva presentato un’interrogazione consiliare sul progetto contro il gioco d’azzardo affidato proprio alla cooperativa presieduta da Angelo Della Vecchia e per cui sono stati spesi circa 35mila euro. Il 28 gennaio scorso, infatti, la coordinatrice Di Somma aveva ratificato una determina con cui affidava all’entourage di Della Vecchia la realizzazione del progetto “Rimettiamoci in gioco”. «La coop sociale, si evince dalla determina - aveva spiegato Grimaldi - avrebbe lavorato con l’associazione “Rosa Aliberti” che opera nel settore della prevenzione e del disagio minorile e che, sempre secondo la determina, avrebbe messo in campo un progetto nel territorio di Avellino contro il gioco d’azzardo».
L’associazione, inoltre, è presieduta dal giudice Mario Pagano, finito proprio in quel periodo al centro di un’inchiesta della Procura di Napoli per corruzione in atti giudiziari e violazione del segreto d’ufficio. Inoltre nell’interrogazione si chiedeva di sapere se vi siano altri rapporti, di qualsiasi tipo, tra l’amministrazione comunale di Scafati e l’Associazione “Rosa Aliberti” di Mario Pagano, e in che cosa consistono le attività della “Il Canguro”, tali da giustificare l’ingente somma del progetto.
Domenico Gramazio
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