Nuove indagini su Scarano Interrogatori per i medici

Riconvocati in Procura alcuni degli indagati nell’inchiesta sul riciclaggio Gli inquirenti ipotizzano altri reati, verifiche concentrate nell’ambito sanitario

Tornano a sfilare in Procura alcuni dei salernitani indagati per concorso in riciclaggio nell’inchiesta su monsignor Nunzio Scarano. Ad essere stati convocati per un nuovo interrogatorio sono i medici, alcuni in servizio all’ospedale di via San Leonardo dove il sacerdote è ricoverato dal 5 settembre nel reparto detenuti, dopo che il giudice delle indagini preliminari ha dato via libera al trasferimento pur senza attenuare la misura cautelare. Sui motivi che hanno spinto il sostituto procuratore Elena Guarino a disporre i nuovi interrogatori si mantiene al momento uno stretto riserbo, ma non è escluso che il nuovo filone d’indagine sia in qualche modo legato all’arrivo di don Nunzio a Salerno. È stato il prelato a chiedere di non essere ricoverato a Roma ma al “Ruggi”, dove lavorano medici che già lo hanno avuto in cura. Sempre nell’ospedale salernitano il monsignore ha contribuito a fare aprire, grazie alle donazioni degli amici imprenditori, la sala d’aspetto della Rianimazione, ed è possibile che pure su queste elargizioni (oltre che sullo scambio tra soldi e assegni che ha generato l’inchiesta) la magistratura abbia deciso un approfondimento.

Alcuni interrogatori si sono già tenuti, altri ci saranno nella prossima settimana, quando da Roma dovrebbe pure arrivare la decisione del giudice delle indagini preliminari Barbara Callari sulla richiesta di arresti domiciliari presentata per Scarano dagli avvocati Silverio Sica e Francesco Caroleo Grimaldi. Secondo i legali il regime di detenzione, seppure in ospedale, starebbe minando le condizioni di salute del sacerdote, che soffre di patologie vascolari. Nei prossimi giorni i medici decideranno se l’arteropatia che gli è stata diagnosticata (una parziale ostruzione delle arterie delle gambe) può continuare ad essere curata dai farmaci o necessita di un intervento chirurgico.

È invece già presa la decisione dei difensori sulla strategia processuale da adottare nel procedimento romano che vede il prelato accusato di corruzione e calunnia: don Nunzio non intende chiedere né patteggiamento né abbreviato, vuole affrontare il processo e provare così a chiarire la sua posizione, ribadendo anche le accuse ai vecchi vertici dello Ior e ai dirigenti dell’Apsa. Per l’abbreviato dovrebbe invece optare il broker di Pompei Giovanni Carenzio; il suo avvocato, Elio D’Aquino, scioglierà la riserva in settimana.

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