Nuova sede “Penna” Il Tar ha bocciato il ricorso della Asl

L’azienda sanitaria rivendica i suoli dove sorgerà la scuola I giudici amministrativi rimandano la competenza al Civile

A chi appartiene il terreno dove sarà costruito il nuovo edificio che ospiterà l’istituto scolastico “Sandro Penna”? Dovrà essere il giudice ordinario, e non il Tar a decifrare la vertenza in corso tra il Comune di Battipaglia e l’Asl di Napoli 1 Centro. Il Tar di Salerno il 18 dicembre scorso (sentenza depositata il 9 gennaio) ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’Azienda sanitaria partenopea. La motivazione apportata dal Tar è in un difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in favore del giudice ordinario.

In pratica, l’Asl, rappresentata dall’avvocato Gianfranco Oliviero, aveva chiesto il 12 novembre scorso l’annullamento della delibera del 7 agosto 2013 del commissario straordinario del Comune di Battipaglia, Mario Rosario Ruffo, con cui si delocalizzava l’area di intervento per la costruzione del nuovo plesso scolastico. Il Comune, difeso dall’avvocato Lorenzo Lentini, aveva chiesto l’annullamento del ricorso. L’Asl Napoli 1 Centro, in pratica, affermava che i fondi in questione – dove è stata delocalizzato l’intervento edilizio – sarebbero di sua proprietà, in quanto assegnati con decreto del presidente della giunta regionale della Campania del 22 marzo 2001. Si tratta dei terreni dove il Comune ha deciso di costruire l’edificio scolastico, prendendo atto delle sentenze numero 74/2001 del Tribunale di Salerno, 105/2007 della Corte d’Appello di Salerno e 6217/2013 della corte di Cassazione, da cui risulterebbe la proprietà di alcuni appezzamenti in località Taverna, tra cui anche l’area censita al catasto (foglio 23, particelle 429, 439, 112 e 113 per mq 12.595) dove era stata decisa in seconda valutazione la costruzione.

Il Comune, costituitosi insieme all’istituto “Penna”, aveva depositato anche un gravame incidentale contro il decreto della giunta regionale con cui era stato disposto il trasferimento dell’area in capo all’azienda sanitaria ricorrente. Il Tar, ascoltate le parti, ha osservato che la soluzione del ricorso è nell’accertamento della proprietà dell’area, che però appartiene alla cognizione del giudice ordinario. Così come dovrebbe essere sempre il giudice ordinario a valutare una eventuale occupazione usurpative dell’area. Intanto, resta ferma l’edificazione della scuola, che avrebbe dovuto vedere la luce lo scorso settembre per un appalto di circa 3 milioni. E il Comune già paga le rate di un mutuo di 5 milioni alla Cassa Depositi e Prestiti per tale intervento.

Francesco Piccolo

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