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Nuova legge sui rifiuti, reintrodotto il ristoro

Ne beneficeranno i Comuni che sul loro territorio ospitano gli impianti. Via libera al maxi emendamento, domani il voto in Consiglio regionale

SALERNO. Quella che domani dovrebbe approdare in Consiglio regionale per l’approvazione è una legge ispirata ai principi dell’economia circolare «con criteri premiali nell’assegnazione di risorse europee, statali e regionali». Stiamo parlando del disegno di legge per il riordino del ciclo integrato dei rifiuti che dopo varie modifiche è approdato lunedì scorso – così come preannunciato dal vice presidente della Regione con delega all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola – nella settima commissione consiliare, presieduta dal consigliere regionale del Pd, Gennaro Oliviero. La commissione ha esaminato e licenziato il maxi-emendamento che la giunta regionale guidata da Vincenzo De Luca ha messo a punto dopo un lungo confronto con le parti sociali e gli enti locali. Rispetto al testo approvato due anni e mezzo fa dalla giunta di centrodestra guidata da Stefano Caldoro e alle bozze precedentemente circolate negli ultimi mesi, cambiano poche cose. Per quanto riguarda la futura gestione del ciclo a livello provinciale resta ferma la presenza degli Ato e degli Enti d’Ambito, che saranno formati da un presidente, un consiglio ed un direttore generale scelti dai Comuni. Cambia invece il modello dei Sad, i sub-ambiti distrettuali. Se nella precedente legge regionale il legislatore si era fatto carico di suddividere già i territori provinciali, indicando, nel caso della provincia di Salerno, ben 34 Sto (i vecchi sistemi territoriali ottimali), adesso viene data facoltà ai Comuni di trovare una sintesi tra loro che tenga conto di diversi fattori, tra cui l’ottimizzazione del servizio. Dall’entrata in vigore della legge avranno sessanta giorni di tempo per poterlo fare, altrimenti scatteranno i poteri sostitutivi esercitati dalla Regione Campania. Sul piano occupazionale – quello che più stava a cuore ai sindacati e ai lavoratori di Consorzi di Bacino e società partecipate – resta confermato il totale impiego del personale attualmente in forza.

Inoltre, nell’ambito delle azioni che la Regione vuole mettere in campo per favorire la riduzione della produzione dei rifiuti, verranno stanziati circa 40 milioni di euro da destinare ai Comuni con popolazione superiore ai 10mila abitanti e con una percentuale di raccolta differenziata inferiore al 45 per cento, con l’obiettivo di incentivarla. In questo intervento, così come in altri, verranno impiegati anche quei lavoratori dei Consorzi, assunti dal 2001, che in questi anni erano finiti in cassa integrazione o, addirittura, erano stati licenziati.

Reintrodotto pure il ristoro ambientale in favore di tutti quei Comuni che ospitano sul proprio territorio impianti per il trattamento dei rifiuti. L’incentivo, si legge nel testo, andrà anche a quelli “viciniori”. Nell'immediato, infine, in attesa che il nuovo modello di governance del sistema rifiuti vada a regime, resteranno in piedi le società provinciali ed i Comuni potranno continuare ad affidare pezzi del servizio a soggetti esterni con la clausola dell'immediata rescissione nel momento in cui l’Ente d’Ambito avrà indetto ed affidato la gara per il servizio.

Una buona notizia per chi, come il Comune di Salerno, si è visto stoppare dalla Regione il passaggio di cantiere di 84 unità di personale dal Consorzio di Bacino Salerno 2 alla società Salerno Pulita o l’assunzione di nuovo personale interinale.