L'ALLARME

Numero verde contro le violenze alle donne

Ogni mese vengono segnalati 70 casi di richieste di aiuto. L'amministrazione comunale penserà anche all'assistenza legale

Un numero verde per chiedere aiuto. E poi l’offerta di assistenza legale, supporto psicologico, sostegno civile. E’ il pacchetto di misure varato dal Comune contro la violenza sulle donne, che prevede l’attivazione da lunedì di un numero di telefono gratuito nella sede della società mista Salerno Solidale e la disponibilità di una vigilessa, ventiquattro ore su ventiquattro, al centralino della polizia municipale. Le donne potranno rivolgersi ai due recapiti per denunciare, o anche solo segnalare, ogni genere di maltrattamenti, violenze e minacce.
Il numero di Salerno Solidale (800.566.678) sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.Risponderà sempre una operatrice, e una donna sarà anche al centralino della polizia municipale, ai numeri 089.663111 e 089.753822.L’iniziativa sarà pubblicizzata con l’affissione di manifesti in tutta la città . «Ogni donna, per qualunque problema, in qualunque momento, non esiti a chiedere aiuto» esorta il sindaco Vincenzo De Luca. E aggiunge: «Si ripetono nel nostro Paese episodi di violenza contro le donne. Occorre un impegno straordinario per sconfiggere questa nuova barbarie e garantire rispetto e serenità per le nostre ragazze».
Una vicinanza che si concretizzerà anche in forme di collaborazione con associazioni e volontariato.In città è già attiva la linea rosa di Spazio Donna.Al numero 089.254242, in funzione dalle 17 alle 20.30, arrivano ogni mese dalle cento alle centoventi segnalazioni da tutta la provincia.Il dieci per cento sono stupri, violenze sessuali che nella grande maggioranza dei casi le vittime continuano a subire in silenzio.«Si fa fatica a convincerle a denunciare - spiega la responsabile Pina Mossuto - Hanno paura delle ritorsioni ma anche di una trafila giudiziaria che fa rivivere l’incubo per anni». Come nel caso di una ragazza dell’Est, arrivata in Italia a due anni per essere adottata da una famiglia salernitana.A sette sono iniziate le violenze sessuali del patrigno, confessate alla madre senza che lei le credesse, finché una maestra non ha colto il disagio e ha fatto emergere il dramma. Ora ha ventun’anni, sta tentando di costruirsi una vita alternando allo studio le sedute dallo psicologo, mentre il processo è ancora in corso. «Pure le percosse sono denunciate troppo poco, la responsabilità è anche delle forze dell’ordine.In tante ci raccontano che, davanti alle botte, polizia e carabinieri cercano spesso di soprassedere, dicono "vabbè, è suo marito", e la vittima finisce per ritrarsi».Eppure la famiglia continua ad essere, anche a Salerno, il primo luogo di violenza, seguito dal posto di lavoro. «Con il numero verde il Comune potrà rendersi conto della realtà - conclude Pina Mossuto - Spero ci aiuti».