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Numero chiuso anche a Sociologia, soltanto 220 posti

La decisione assunta ieri dal Dipartimento era già attesa. Troppi abbandoni e inattivi, rischiava di essere cancellata

Sociologia serra i cancelli e diventa a numero chiuso. Con 23 voti favorevoli, 15 astenuti e 9 contrari il consiglio del dipartimento Dispsc (scienze politiche, sociali e della comunicazione) ha deciso che il corso di studio di Sociologia, presso l’Università degli studi di Salerno, dal prossimo anno sarà a numero chiuso a 220 posti. L’esito della votazione di ieri mattina, mercoledì 1 febbraio, non è stato un fulmine a ciel sereno.

«Il dipartimento spingeva ormai da mesi sulla proposta di rendere il corso di studio di Sociologia a numero chiuso», ci racconta Michela Trinchese, rappresentante degli studenti al Consiglio didattico per l’associazione Link Fisciano. «Il nostro corso di studio presentava svariate problematiche come il 70 per cento di abbandono da parte degli studenti iscritti al primo anno; ancora il 73 per cento di inattivi, cioè quegli studenti che non conseguono più di 12 crediti formativi universitari tra il primo e il secondo anno di università», spiega Michela, che ricorda di aggiungere a questi problemi anche l'ingente numero di fuori corso e quindi di carriere molto lente.

Problemi che sembrano essere emersi dalle schede dell’Anvur, l’agenzia nazionale di valutazione delle università, la quale ha sollecitato la struttura dipartimentale di Salerno di trovare adeguate soluzioni per invertire la tendenza dei dati attuali, «che se rimanessero tali comporterebbero la chiusura del corso di laurea in questione», spiega Michela. Un avvertimento che era arrivato, secondo Michela, anche al penultimo consiglio didattico dello stesso corso, dove era intervenuto Vincenzo Auletta, delegato alla didattica del rettore Tommasetti, avvertendo che continuare a registrare i dati attuali avrebbe portato il corso di studio di Sociologia verso la chiusura.

D’altronde dati negativi sulle schede Anvur vogliono dire meno finanziamenti, un problema al quale gli studenti di Link Fisciano avevano provato a porre un rimedio in tutti i modi possibili a loro conosciuti. Dallo smembramento della cattedra di Metodologia delle scienze di 9 crediti formativi da redistribuire su altri tre insegnamenti del primo semestre, portandoli tutti a 12 crediti, cercando quindi di dare la possibilità a quanti più studenti possibili di uscire dallo status di inattivi. E ancora l’istituzione di corsi di recupero, un miglioramento dell’orientamento verso il corso, perché «si tratta di un corso di studio generalista, motivo per cui rischia spesso di diventare soltanto un ripiego per tanti studenti che non hanno idea di cosa possa realmente offrire una laurea in Sociologia», spiega Michela Trinchese.

Un corso di laurea che può offrire davvero tanto e che rappresenta una pietra miliare dell’ateneo salernitano. Può ben dirlo Anselmo Botte, attuale componente della segretario della Camera del lavoro Cgil di Salerno, uno dei primi studenti dello storico corso di sociologia, laureatosi nel 1980. «Un corso di studi utilissimo che mi è servito fin dalle prime ricerche sul campo, sul mercato del lavoro nel “cratere”, nelle zone terremotate, e la prima ricerca sulla presenza degli immigrati in Campania».

Tra i tanti nomi illustri Botte ha avuto come professore a Salerno, Renato Mannheimer, sociologo e saggista Italiano tra i più grandi studiosi di flussi elettorali. «Sociologia è stata una facoltà simbolo per la sinistra italiana e della città di Salerno, un corso a cui un’università non dovrebbe rinunciare e che soprattutto dovrebbe essere a numero aperto come tutti i corsi di laurea», conclude Anselmo Botte.

 

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