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Norme per la pesca delle alici Pellegrino scrive al Ministero

PISCIOTTA. Aspre polemiche nei giorni scorsi da parte dei pescatori cilentani per una nuova normativa del Governo. Le esili reti per pescare le alici di Menaica, primo Presidio Slow Food del Cilento,...

PISCIOTTA. Aspre polemiche nei giorni scorsi da parte dei pescatori cilentani per una nuova normativa del Governo. Le esili reti per pescare le alici di Menaica, primo Presidio Slow Food del Cilento, montate su piccole imbarcazioni vengono per legge equiparate alle “ferrettare”, enormi reti utilizzate per la cattura del pescespada. La normativa prevede che per pescare il pesce azzurro, come alici e sarde, sia necessaria quindi la medesima autorizzazione per la pesca al pescespada. I piccoli pescatori cilentani, però, non possono permettersi tali licenze e sono scesi in campo per rivendicare i propri diritti.
I pescatori del Cilento, in particolare quelli di Pisciotta, lanciano un grido di allarme chiedendo agli organi governativi di avere maggiore attenzione nei confronti della piccola economia ittica.
A raccogliere le loro preoccupazioni è Tommaso Pellegrino, presidente del Parco del Cilento. «Massima solidarietà a chi in questi giorni vede a rischio il proprio lavoro. L’Ente Parco deve essere vicino ai nostri artigiani della pesca – dichiara – avvieremo un tavolo tecnico tra Governo e pescatori, al fine di preservare l’importante indotto economico dato dalle alici di Menaica. A breve ci sarà un incontro con Giuseppe Castiglione, sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, al fine di avere un collegamento diretto col dicastero di competenza. È una battaglia difficile e ardua – aggiunge – ma se associazioni di categoria, imprenditori, pescatori e enti pubblici si mettono insieme, si potrà ottenere un risultato positivo e portare a casa una vittoria. Già con la vicenda della volante monobarca, seppur ancora non risolta, sono stati fatti dei passi importanti e quindi sappiamo qual è la strada da percorrere. L’obiettivo principale del Parco – sottolinea – è quello di difendere il lavoro e l’economia di chi nel Parco vive e ha deciso di avviarvi la propria attività».
Arturo Calabrese
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