nocera superiore

«Non volevamo uccidere Lordi»

Padre e figlio si difendono durante l’interrogatorio di garanzia

NOCERA SUPERIORE. Hanno spiegato le loro ragioni difendendosi dalle gravissime accuse contestate Mario e Carmine Serino, padre e figlio, di 53 e 33 anni, arrestati su ordinanza di custodia cautelare, chiamati a rispondere di omicidio volontario per la morte di Bruno Lordi, quarantacinquenne di Nocera Superiore.

L’episodio è il centro delle contestazioni, con la difesa dei due affidata all’avvocato Giovanni Alfano, articolata in un’ora di interrogatorio di garanzia ieri mattina davanti al gip Scermino. La vittima morì dopo la violenta aggressione consumata contro di lui e sua moglie il ventisei dicembre dello scorso anno, raggiunto fino in casa dai due indagati, suoi vicini di casa, e colpito con una bombola di gas, portato in ospedale col decesso arrivato dopo alcuni giorni.

L’assassinio maturò al culmine di una lunga serie di litigi condominiali. Decisiva per la svolta dell’inchiesta è stata l’autopsia, consegnata dal consulente Zotti a individuare una frattura alla base del cranio, causa ultima del decesso, collegata al violento urto con il metallo della bombola. I contrasti tra le due famiglie erano in corso da tempo, in particolare per l’atteggiamento di Lordi, che occupava il piccolo appartamento all’interno della corte dove abitava, nonostante lo sfratto, di proprietà dei due arrestati.

L’aggressione arrivò dopo una perquisizione domiciliare subita dai Serino, senza esito, sollecitata da un’iniziativa della stessa vittima. La vendetta arrivò in casa di Lordi in via Uscioli il 26 dicembre, col decesso intervenuto il 4 gennaio scorso.

L ’uomo e la sua compagna furono colti di sorpresa mentre cenavano nel tardo pomeriggio. Le indagini sono andate avanti fino alla decisiva consegna dell’esame autoptico.

(a. t. g.)

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