IL CASO

«Non voglio che Serena muoia due volte»

Il marito della 38enne salernitana vittima di un incidente in scooter a Roma: «Verità e giustizia». Le indagini vanno avanti

SALERNO - «Non voglio che mia moglie muoia due volte. È per questo che chiedo la verità. Che ci sia giustizia». Alessandro Di Agostino ha il cuore che sanguina da due mesi, ma va avanti con il coraggio che un papà deve avere verso due figli che hanno perso la madre. Serena Greco , la 38enne salernitana morta a Roma in un tragico incidente lo scorso 23 ottobre mentre tornava a casa da lavoro in sella al suo scooter, ha lasciato un vuoto che nulla potrà colmare, ma il desiderio di conoscere con esattezza le circostanze di quello schianto fatale, ancora avvolto nel mistero, cammina di pari passo con il dolore. Alessandro, romano e maestro della Nazionale italiana di scherma, lo sport che anche Serena aveva praticato ad ottimi livelli per anni, vuole combattere questa battaglia nelle sedi opportune. Risponde cortese al telefono, lancia un appello alla verità, però poi si scusa. Non gli va di parlarne.

«La magistratura, le forze dell’ordine, gli avvocati e i periti stanno facendo il loro lavoro. Mi scusi, ma non mi va di aggiungere altro», sono le parole con cui si congeda. Da vice-ct della sciabola azzurra, nel pieno della preparazione olimpica che porterà il team Italia ai Giochi di Tokyo, rinviati all’estate 2021 per l’emergenza Covid, ha avuto al suo fianco tutto il mondo della scherma, lo sport italiano più medagliato alle Olimpiadi, ma non solo. La tragedia di Serena ha toccato i cuori di una moltitudine di persone. La 38enne di Salerno, laureata in Lettere e impiegata presso il Caf “50& Più” di via del Melangolo a Roma, la città in cui si era trasferita per amore e dove aveva costruito una splendida famiglia, ha mobilitato anche dei comitati di cittadini capitolini, come “Amo il quartiere Trieste”, che ha chiesto dossi e telecamere in quella zona della Nomentana, la strada su cui la giovane salernitana ha perso la vita. Se ne parla ancora lì, pure dopo quasi due mesi: di un altro scooter “spezzato” in due parti dopo l’impatto (il conducente, dimesso dall’ospedale, è indagato), di un’auto allontanatasi (rintracciata, la persona alla guida è a sua volta sotto inchiesta), dei disperati tentativi di rianimazione sul posto.

Poi c’è il fascicolo aperto dalla Procura di Roma. Per ora ci sono i due indagati, e l’attività investigativa va avanti. La famiglia Di Agostino-Greco è rappresentata dagli avvocati penalisti Giacinto Lupia e Alessandro De Federicis e dal civilista Otello Pontini . I tecnici dei rilievi periti sono l’ingegner Lucio Pinchera e Fabio Tupputi , fondamentali per ricostruire la dinamica dell’incidente e la velocità a cui procedevano gli altri veicoli coinvolti. Un pool di professionisti a cui sono affidate le aspettative dei tantissimi amici, a Salerno come a Roma (toccante un articolo dedicatole dalla pluricampionessa di scherma paralimpica Bebe Vio su SportWeek ), che dal 23 ottobre scorso non si danno pace per il destino di Serena, donna solare, madre amorevole e lavoratrice instancabile. Un sorriso spezzato che reclama verità e giustizia.