Non trovano il Picasso, botte al proprietario

Tre battipagliesi pestano a sangue e sequestrano il padrone di casa per farsi indicare la tela giusta: presi dopo la fuga

PONTECAGNANO. Avevano il compito di rubare un prezioso quadro di Picasso da una casa di Faiano, ma quando sono penetrati di notte nell’abitazione, tre ladri non hanno saputo riconoscere, tra molte altre tele, quella che cercavano e dunque hanno pestato il proprietario, un commerciante, per farsela indicare, ma anche questo secondo piano è fallito. Allora i malviventi sono andati via rubando una Lancia Ypsilon, un telefono cellulare e 400 euro.

Poco dopo sono stati fermati e arrestati dai carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal capitano Giuseppe Costa: con le accuse di rapina pluriaggravata, sequestro di persona e lesioni personali, sono così scattate le manette per i tre battipagliesi Giacomo Turi, 44 anni, Domenico Procida, 32, e Domenico Anzalone, 34, già noti alla giustizia.

Il commerciante ha invece riportato traumi multipli al volto giudicati guaribili in sette giorni dai medici dell’ospedale. I militari sono riusciti a recuperare e restituirgli l’intera refurtiva. La Lancia Ypsilon è stata trovata nascosta nel parcheggio di un condominio di Battipaglia, non lontano dall’abitazione di uno dei tre arrestati.

È’ accaduto nella notte tra venerdì e sabato, quando, poco dopo le 2,30 il commerciante è rientrato a casa. Ha parcheggiato l’auto ma davanti al portone di ingresso della villetta isolata si è trovato di fronte tre persone incappucciate e travestite da operai con tute azzurre, in più erano armate di un grosso machete e di una mazza da baseball. I tre l’hanno minacciato e si sono fatti aprire la porta di casa e qui è iniziato il calvario del commerciante, che, legato e imbavagliato su una sedia, è rimasto in balìa dei rapinatori per oltre mezz’ora durante la quale non ha però ceduto alle percosse e soprattutto non ha rivelato quale fosse, tra i tanti, il quadro che stavano cercando. I tre rapinatori, infatti, a digiuno di arte non hanno saputo riconoscere la tela che era stata loro segnalata. L’imbeccata del loro informatore era giusta, ma loro non sono riusciti a raccapezzarsi tra tanti quadri, di maggiore e minor pregio.

I tre si sono arresi quando hanno avvertito il rumore di un’automobile nelle vicinanze. Prima di fuggire si sono però impossessati del telefono cellulare, del portafogli con i soldi e dell’auto della vittima. A far scoprire la rapina è stato proprio uno dei rapinatori, Giacomo Turi, sorpreso poco dopo dai carabinieri con indosso ancora la tuta da cantiere. I militari si sono insospettiti dell’orario, ben lontano da quello canonico di inizio della giornata lavorativa. Allora gli hanno perquisito l’auto ed hanno trovato la mazza da baseball, il machete, il cellulare rubato e altri oggetti idonei al travisamento dei connotati.

Il materiale sequestrato e i precedenti del fermato hanno subito fatto scattare le indagini. Della rapina, infatti, al mopmento del fermo e della perquisizione non si sapeva ancora nulla. Solo più tardi, quando il commerciante residente a Faiano è riuscito a liberarsi dai lacci e a chiedere aiuto ai vicini di casa, sono stati avvertiti i carabinieri. Nelle ore successive al primo fermo, i militari della compagnia di Battipaglia, ricevuta la denuncia della vittima hanno ricostruito la rapina e soprattutto hanno dato un volto e un nome agli altri due rapinatori che sono stati anche loro arrestati.

Adesso l’attività investigativa prosegue per individuare il possibile mandante del furto e il ricettatore che lo avrebbe acquistato. Per rivendere un quadro al mercato nero delle opere d’arte, e soprattutto per rivenderne uno come quello di Picasso che i rapinatori non hanno saputo riconoscere, bisogna conoscere i canali giusti. Ed è proprio quei canali che stanno cercando i carabinieri.

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