«Non possono demolire la nostra casa»

A Scafati l’appello di Annamaria Cirillo. L’immobile è abusivo ma chiede di rinviare lo sgombero

SCAFATI. «Non toglieteci la nostra casa. Lo Stato ci aiuti, siamo disperati». È l’appello di Annamaria Cirillo che vive in via Bonifica.

Ha un’invalidità riconosciuta al cento per cento, non lavora, è madre di tre studentesse e moglie di Angelo, da settembre scorso disoccupato. Dal prossimo 14 maggio lei e la sua famiglia non avranno più un tetto sotto il quale dormire. È travolta dall’incubo dell’abbattimento e vive l’angoscia di ritrovarsi fuori dalle mura domestiche costruite senza alcuna autorizzazione: «Abbiamo costruito per necessità - dice - Ora verranno a demolirci la casa dopo aver pagato condono e danni ambientali. Io e la mia famiglia ci ritroveremo in mezzo alla strada».

Annamaria parla al secondo piano della sua abitazione composta da cucina, bagno e da una camera da letto, ma la sua casa non è solo questa: basta scendere al piano terra per entrare nell’abitazione vera e propria, quella regolare. «Giù c’è pochissimo spazio, poca luce e per questo non posso viverci». La donna è stata colpita da trombosi cerebrale con paralisi del lato destro: «Devo vivere in ambienti soleggiati e al piano inferiore non entra luce, ecco perché decidemmo di costruire sopra, per necessità. Ma ora ho pagato».

A carico della donna è stata emessa l’ordinanza di demolizione della sua abitazione. Ha presentato, pochi mesi dopo, un’istanza di condono edilizio e ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, che ha risposto inviando la richiesta prima alla Prefettura di Salerno e poi al Comune di Scafati di verificare la situazione socio - ambientale in cui viveva.

Dalle indagini dei Servizi Sociali di Palazzo Mayer è emerso che Annamaria, insieme alla sua famiglia, vive in una casa ereditata dai suoi genitori alla quale ha aggiunto, per questione di spazi insufficienti, un secondo piano senza le dovute autorizzazioni. «Ho cercato di sanare la manchevolezza - aggiunge - ma il risultato è stato disastroso per le spese che ha dovuto affrontare». A sostenere la famiglia di Annamaria è stato anche il sindaco, Pasquale Aliberti, che, nell’ottobre 2014 sospese la procedura di demolizione in attesa della decisione del Capo dello Stato: «Il sindaco mi ha aiutato. Purtroppo, però, a metà maggio verranno a demolirci la casa».

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