«Non posso vivere con 200 euro l’anno Dovete aiutarmi»

L’accorato appello al Comune di un 53enne inabile al lavoro «Voglio soltanto potere avere un’esistenza dignitosa»

«Io cerco aiuto, non elemosina». Questo l’appello di Francesco Senatore dei Pianesi. Cinquantatreenne, con moglie e due figlie, inabile al lavoro per diversi interventi avuti nel corso della sua vita.

La sua condizione abitativa è molto precaria, quella economica anche e lamenta il fatto che i contributi straordinari del Comune sono paragonabili ad un’elemosina.

«Fino al 2010, afferma Francesco Senatore, chiedevo aiuto agli assistenti sociali e percepivo, in varie tranche, una somma di circa mille euro l’anno. Anno dopo anno il contributo è andato sempre calando, fino ad arrivare alla somma del 2014 di soli 200 euro in tutto l’anno che equivale a 0,54 centesimi al giorno. Una famiglia con quattro persone a carico cosa può comprare con 0,54 centesimi al giorno? Io percepisco una pensione di invalidità di 280 euro al mese. Dobbiamo tirare avanti comprando medicinali, pagando bollette e tutto quello che serve per portare avanti una casa. Chiedo aiuto al Comune. Ho bisogno che mi venga dato qualcosa in più perché con questa cifra che danno non si fa un bel niente. Io cerco aiuto, non cerco la carità. Voglio essere aiutato economicamente perché ho bisogno di essere aiutato, per poter vivere una vita dignitosa».

La riduzione delle somme erogate alle persone disagiate nell’arco dell’anno è imputabile all’aumento del numero delle famiglie con difficoltà economiche. Dai dati in possesso all’assessorato alle Politiche Sociali, retto da Vincenzo Lamberti, il comune si giustifica, asserendo che nel 2010 erano 150 le famiglie bisognose di aiuto, ora sono 500.

«È facile, sostiene Francesco Senatore, dire che i contributi sono diminuiti perché il numero delle famiglie povere è aumentato. Devono fare verifiche non solo sulla carta ma anche casa per casa. Io ho chiesto anche alla nuova assistente sociale di venire a casa e fare un controllo, per verificare le reali condizioni di chi ha bisogno di questi soldi. Non si devono affidare solo alle carte, perché sulle carte si può scrivere di tutto. Se potessi lavorare, non mi umilierei neanche a cercare aiuto al comune. Ho un’inabilità al lavoro al 100 per cento».

Per i contributi economici sempre più esigui, si lamentano molte persone disagiate. Per una domanda di contributo straordinario, presentata a gennaio 2014, il richiedente, Francesco Senatore, ha ricevuto il primo ed unico contributo dell’anno, di soli 200 euro. «Un’elemosina, afferma Francesco Senatore. Io, con una condizione economica, di salute e abitativa, precarissima, non posso essere trattato come un pezzente. Duecento euro in un anno non sono niente».

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