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«Non ho subito estorsioni» Ritratta e finisce sotto accusa

PAGANI. Ha ritrattato il commerciante di videogiochi Alfonso Di Lieto, sentito come teste nel processo che vede imputati Vincenzo Buonocore, Vincenzo Pepe e Salvatore Di Maio, i tre paganesi accusati...

PAGANI. Ha ritrattato il commerciante di videogiochi Alfonso Di Lieto, sentito come teste nel processo che vede imputati Vincenzo Buonocore, Vincenzo Pepe e Salvatore Di Maio, i tre paganesi accusati in concorso del tentato omicidio di Giuseppe Passariello e di alcuni episodi estorsivi.

Di Lieto, comparso in aula al tribunale di Nocera Inferiore davanti ai giudici del terzo collegio, ha smentito l’estorsione subita, parlando invece di una semplice richiesta di sconto sull’acquisto di un calcetto-balilla fatta da due dei tre imputati.

Il dietrofront ha innescato la richiesta degli atti da parte del pm antimafia in aula Giancarlo Russo, con la successiva iscrizione al registro degli indagati del teste per falsa testimonianza.

In precedenza proprio Passariello, vittima designata del tentativo omicida, diventato testimone di giustizia, aveva parlato di una “suggestione”, tirandosi indietro rispetto alle accuse inizialmente formulate.

Il processo che imputa il tentato omicidio aggravato dall’articolo sette, arrivato fino alla costituzione di parte civile e all’accesso al programma di protezione, si era trasformato in un abbaglio. Gli imputati Vincenzo Buonocore, Vincenzo Pepe alias “Pisiello” e Salvatore De Maio, detto “Tore ’o niro”, per la procura antimafia di Salerno sono responsabili del tentativo di omicidio aggravato dal metodo camorristico nei confronti di Passariello.

In una pubblica udienza il paganese aveva smentito se stesso davanti ai giudici, dopo aver confermato accuse analoghe in un altro procedimento, ribattezzato “Guerra lampo”, chiuso in primo grado con delle clamorose assoluzioni. In quel caso il teste aveva raccontato un sequestro con pestaggio subito da una batteria del clan della Lamia, versione smembrata in dibattimento dai legali degli imputati, fino alle assoluzioni.

L'attuale processo, rinviato al tredici aprile prossimo, è legato al precedente “Guerra lampo”, con le minacce e il tentativo di omicidio eseguiti per ottenere la ritrattazione di Passariello.

Il pm dell’Amtimafia Montemurro aveva chiesto di acquisire i verbali di Passariello «per intimidazione e minacce occorse nello sviluppo del dibattimento, come previsto dall'articolo 500 del codice di procedura penale».

Alfonso T. Guerritore

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