IL CASO

«Non ho mai molestato quel ragazzino»

L’interrogatorio dell’allenatore angrese arrestato a Scafati: «Ero premuroso e attento con lui come con tutti gli altri allievi»

SCAFATI. “Una relazione malata in cui l’adulto induceva con modi subdoli ad azioni a sempre più alto contenuto erotico”: è la ricostruzione del Giudice per le indagini preliminari, Giovanna Pacifico, che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare a carico del ventiseienne istruttore di basket, residente ad Angri, accusato di violenza sessuale ai danni di un ragazzino di 11 anni. Ieri mattina, il giovane è stato interrogato, alla presenza del suo avvocato, Giovanni Palumbo, e ha respinto tutte le accuse, non solo in ordine alle ipotesi di molestie sessuali, ma anche sulla morbosità del rapporto instaurato con il ragazzino di Scafati, suo allievo.

Il ventiseienne indagato ha spiegato che ogni sua azione avveniva con il costante rapporto con i genitori della presunta vittima e con il loro consenso. Tant’è che vi sono alcune telefonate con loro nel periodo delle indagini. D’altronde, ha fatto rilevare la difesa, anche nel corso dell’incidente probatorio, avvenuto il 3 giugno scorso, quando è stato sentito il ragazzino, questi non ha mai raccontato in modo esplicito di effusioni particolari. L’atteggiamento attento avuto con la presunta vittima – ha spiegato il ventiseienne – era quello riservato a tutti i ragazzini della squadra. E sempre con il consenso dei genitori gli aveva fatto vedere i compiti o lo aveva prelevato a scuola tornando a casa dal lavoro, per accompagnarlo a casa, visto che era di strada.

A conclusione del lungo interrogatorio, nel quale l’indagato ha anche evidenziato di aver lasciato la squadra a giugno scorso quando ha scoperto di essere indagato, l’avvocato difensore ha chiesto la revoca della misura cautelare. Una richiesta che sarà valutata dal pm Ernesto Caggiano e dal Gip Giovanna Pacifico nei prossimi giorni. A supporto dell’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari, il giudice aveva evidenziato oltre che le testimonianze di parenti e amici del ragazzino anche l’incidente probatorio e le “drammatiche” dichiarazioni della vittima, i riscontri delle numerose telefonate intercorse tra l’allenatore e il bambino. Dall’ottobre del 2015 fino all’arresto avvenuto nei giorni scorsi, il ventiseienne angrese avrebbe tenuto con il ragazzino di Scafati atteggiamenti subdoli, di costrizione psicologica, arrivati fino a baci, carezze: questo sostiene l’accusa. I motivi che hanno spinto il Gip a emettere l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari sono quelli della pericolosità sociale e del contatto dell’allenatore con un numero elevato di minori.

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