«Non fu un incidente, lo ammazzarono»

La verità del pentito Alfonso Loreto sulla morte di Luigi Busillo. Il boss di Scafati venne travolto da un camion sull’A3

SC AFATI. Un un enigma durato 14 anni, e poi arriva la dichiarazione di un pentito, Alfonso Loreto, e si riapre quel cassetto chiuso nel 2002 e che già allora lasciò tanti dubbi. Un omicidio mascherato da incidente quello di Luigi Busiello, scomparso da via Passanti, a Scafati, nel 2002 e che grazie alle dichiarazioni del neo pentito, Alfonso Loreto, sarà riaperto.

Tra gli episodi di cui è a conoscenza il giovane vi è anche quello strano incidente avvenuto sulla corsia sud dell’A3 nei pressi della rampa di ingresso dell’area di servizio Torre sud. «Riguardo all’omicidio di tale Luigi Busiello posso dire che in giro si diceva che a commetterlo sarebbe stato il gruppo Federico-D’Auria (il nome del gruppo potrebbe essere un altro e vi potrebbe essere un errore di trascrizione,ndr) per debiti di droga». Loreto, oltre a questo delitto, ne racconta anche altri. In effetti la morte di Busiello, invalido perché privo di un arto che camminava con le stampelle, è sempre rimasta avvolta nel mistero. Il cadavere dell’uomo fu trovato sull’A3, nei pressi della rampa dell’area di servizio. Le stampelle gettate a una ventina di metri. Il 37enne, secondo una prima ricostruzione, alle due di notte con le stampelle camminava sull’autostrada. Prima di essere investito da un’auto che sopraggiungeva avrebbe appoggiato le stampelle una accanto all’altro. Ma Busiello era scomparso dalle cinque del pomeriggio di quel giorno dalla sua abitazione con la sua auto, una Opel Astra, che non fu mai ritrovata. Tante ore prima che fosse travolto da un’autocarro che non si era neppure fermato dopo l’impatto. All’epoca si fece strada l’ipotesi che il 37enne fosse stato scaraventato sull’autostrada e poi investito da un camion che sopraggiungeva. Dopo il primo investimento il corpo dell’uomo era stato travolto da altre due auto, una Polo e una Saxo, che lo trascinarono per una sessantina di metri. Entrambi gli automobilisti chiamarono la polizia stradale pensando di aver travolto un oggetto. Secondo Loreto Busiello fu ucciso per una questione di droga.

La droga sarebbe il movente di un altro efferato delitto, quello di Francesco Fattorusso, alias Spatuzzella, avvenuto alla fine di marzo del 2014. Anche qui Loreto offre la sua versione. «Ho appreso questi particolari da Gennaro Ridosso che era molto amico di Fattorusso». L’uomo, trovato bruciato in un’auto, nei pressi dell’ingresso della Statale 268 a Boscoreale, sarebbe stato ucciso grazie a un accordo tra il clan Alfano e gli Aquino-Annunziata, perché, oltre a parlare male di un esponente della cosca di Boscoreale, c’era stato uno screzio tra la moglie della vittima e quella di un noto boss. Fattorusso si sarebbe rifiutato di inviare soldi in carcere per un pregiudicato della cosca Aquino-Annunziata.

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