IL PROCESSO

«Non diffamò Equitalia», prosciolto Maradona

Il "pibe de oro" salvato dai giudici del tribunale di Cassino

NAPOLI - Nessuna diffamazione da parte di Diego Armando Maradona ai danni di Equitalia. La sentenza dei giudici del tribunale di Cassino, che hanno prosciolto oggi l'ex 'Pibe de oro', è arrivata al termine di un procedimento nato da dichiarazioni pubblicate dalla stampa nelle quali Maradona affermava, insieme al suo legale Angelo Pisani, di essere vittima di una persecuzione da parte del fisco italiano. I due erano entrambi imputati "per aver offeso la reputazione di Equitalia spa", scriveva l'accusa, "affermando ripetutamente con una serie di dichiarazioni riprese da organi di stampa" che l'ex calciatore "fosse vittima di una strumentale persecuzione da parte di Equitalia sulla base di documentazione falsa e di procedure irregolari che lo avevano portato vicino a gesti irreparabili, come accaduto ad altre persone". L'inchiesta, su fatti accaduti nel giugno del 2012, era nata a Roma ma il tribunale si era dichiarato incompetente e aveva trasmesso gli atti alla procura di Cassino ritenendo che un mensile locale avesse per primo pubblicato le dichiarazioni oggetto della disputa. L'intervista a Maradona era nata nell'ambito del contenzioso fiscale dell'ex stella del Napoli con l'erario per un presunto debito tributario di quasi 40 milioni di euro. "È la fine di un'ingiustizia, l'affermazione della certezza del diritto, dell'esistenza della giustizia e del ruolo fondamentale dell'avvocatura", ha detto dopo la sentenza Angelo Pisani, difeso, insieme a Maradona, dai colleghi Sergio Pisani e Damiano De Rosa. I due imputati sono stati prosciolti perché "il fatto non costituisce reato".