Non curò la moglie: a giudizio in Assise 

Il 37enne di Magliano Vetere accusato di abbandono di incapace per malattia. La consorte morì nel 2016

MAGLIANO VETERE. Fu manchevole di cure alla convivente che, come conseguenze di quell’abbandono, due anni fa moriva. Il prossimo 12 luglio, dinanzi ai giudici della Corte di Assise di Salerno, sarà incardinato il processo a carico di Giorgio Nigro, 37 anni,di Magliano Vetere, difeso dagli avvocati Emanuela Rossomando e Luigi Cafaro che risponde di abbandono di persona incapace per malattia. Il rinvio a giudizio è stato disposto, lo scorso 15 maggio, dal gup del tribunale di Vallo, Sergio Marotta, che accolse la richiesta della procura vallese.
Quella che emerge dagli atti del processo è una storia di menage familiare disastroso. A nutrire dubbi sulla morte di Audenzia Mulè, avvenuta il 1 febbraio 2016, furono i genitori che nutrirono da subito dubbi sulle reali cure avute dalla figlia che soffriva di alcune patologie. Per avere certezza delle cause della morte, diedero impulso alla magistratura che aprì un’inchiesta. Il loro sospetto era, appunto, che l’imputato non avesse curato la figlia, né avrebbe permesso ad altri di farlo, lasciandola così morire. Di eseguire l’attività investigativa furono delegati dai magistrati inquirenti di Vallo della Lucania i carabinieri della stazione di Monteforte Cilento e della compagnia di Agropoli, diretta dal capitano Francesco Manna. Nel corso delle indagini, su disposizione della stessa procura, l’imputato subì anche una perquisizione. Tra le prove a carico di Nigro ci sono anche i tabulati telefonici, comunicazioni che – ad avviso dell’accusa – aggraverebbero la posizione del 37enne di Magliano Vetere.
In buona sostanza al convivente di Audenzia Mulè contestano di non aver soddisfatto in alcun modo alle esigenze di sostentamento e di salute della donna. Nella richiesta di rinvio a giudizio, infatti, il gip scrive che non era in grado di provvedere a se stessa. Ciò che è ancora più grave – scrive il magistrato – Nigro omise di affidare ad altri soggetti, anche qualificati, le cure della convivente. Così agendo avrebbe cagionato la morte della Mulè, quale conseguenza del grave stato di deperimento in cui versava. Nell’immediatezza dela morte, la procura dispose l’esame autoptico che fu eseguito dal medico legale Sandra Cornetta. Le cause del decesso furono riscontrate in “un’insufficienza cardio-respiratoria acuta conseguente a tachiaritmia ventricolare”. A tale stato di salute, dicono le indagini, si è arrivati perché il 37enne di Magliano non provvide alle cure della convivente e non permise che altri lo facessero al suo posto. Gli elementi saranno affrontati nello specifico nel dibattimento che sarà incardinato la prossima settimana.
Massimiliano Lanzotto
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