«Non chiudete pure il primo intervento» 

Scafati Arancione lancia l’allarme per il temuto e ulteriore depotenziamento del “Mauro Scarlato”

«No alla chiusura del punto di primo intervento all’ospedale Mauro Scarlato». Il gruppo Scafati Arancione si oppone all’ipotesi di un ulteriore depotenziamento del presidio sanitario scafatese, chiedendo agli Enti preposti di tutelare il diritto alla salute dei cittadini del territorio, a fronte di un’emergenza iniziata anni fa.
È Francesco Carotenuto, portavoce del gruppo, a ripercorrere le tappe che hanno condotto alla situazione attuale: «Era il 2011 quando i vari rappresentanti istituzionali decisero di sigillare per sempre un polo di eccellenza che serviva un’utenza di circa 300mila abitanti a cavallo tra le province di Napoli e Salerno. A nulla valsero le grida di disperazione di migliaia di cittadini che imploravano il mantenimento di un punto di pronto soccorso che garantisse l’emergenza in una realtà demografica come la nostra. A nulla servirono le grida di allarme del personale medico e paramedico dell’“Umberto I” di Nocera Inferiore che, oggi come allora, non è in grado di affrontare un numero di utenti così alti dopo la chiusura dell’ospedale di Scafati».
Un atto di accusa, quello di Carotenuto e degli “arancioni”, che serve come promemoria per impedire che l’ospedale “Scarlato” subisca altri tagli e mortificazioni, con ripercussioni inevitabili sui livelli di assistenza per gli scafatesi e gli utenti di un comprensorio molto vasto. «Oggi ritorna in auge addirittura la possibilità di chiudere anche il punto di primo intervento, che funziona grazie all’abnegazione, alla professionalità, ai sacrifici e ai rischi che quotidianamente corre il personale impegnato a garantire il minimo di assistenza. La gente intanto continua a morire nei viaggi della speranza nel tratto di 45 minuti di percorrenza che collega Scafati con l’ospedale di Nocera Inferiore, presidio peraltro incapace di accollarsi il flusso quotidiano di pazienti».
Ilaria Cotarella
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