Non c’è alcun obbligo ma la Centrale è in vendita

Ok al piano di alienazione. Il segretario generale: «La legge non lo impone» Scontro nel centrosinistra. Torre (Sel): «Non era nel programma elettorale»

Ci sono volute oltre due ore di discussione e l’intervento del sindaco De Luca per giungere ad una conclusione già annunciata: i consiglieri hanno dato via libera per l’attivazione della procedura che porterà alla stesura del bando di gara per la vendita della Centrale del Latte. Una decisione presa nonostante il segretario generale abbia alla fine chiarito che «per il momento non esiste obbligo di legge» alla privatizzazione dell’azienda. Un chiarimento giunto dopo espressa richiesta del consigliere comunale Antonio Cammarota che su questo punto aveva proposto uno specifico emendamento. A votare contro la delibera sono stati in sei: Anna Ferrazzano, Salvatore Gagliano, Paky Memoli, lo stesso Cammarota, Giuseppe Zitarosa ed Emiliano Torre. Proprio in merito alla decisione di quest’ultimo si è aperto un piccolo caso all’interno della maggioranza con il capogruppo dei Progressisti Luca Sorrentino che ha sottolineato «il comportamento stonato rispetto agli obblighi di maggioranza» tenuto dal rappresentante di Sel invitandolo ad assumere «provvedimenti conseguenti perché è un problema su cui non possiamo più sorvolare». Pronta la replica del diretto interessato che, dopo aver chiesto inutilmente il rinvio dell’argomento, ha fatto notare a Sorrentino come la privatizzazione della Centrale non fosse contemplata nel programma elettorale della campagna 2011. Hanno invece abbandonato l’aula al momento del voto in segno di protesta i consiglieri Roberto Celano, Raffaele Adinolfi, Nobile Viviano, Pietro Stasi e Augusto De Pascale. Tornando allo specifico dell’argomento, la delibera votata ieri è stata oggetto di polemica anche per il fatto di essere eccessivamente indeterminata. Infatti al suo interno non si specifica se si vogliono dismettere o meno tutte le azioni, né si danno indicazioni su eventuali clausole da inserire nel bando e che dovranno poi essere rispettate dal futuro vincitore. Anche su questo punto ha tentato di chiarire nel corso del suo intervento Vincenzo De Luca. «Dobbiamo garantire i lavoratori e il futuro produttivo dell’azienda - ha subito precisato - Tutto il resto è pura demagogia che porta al fallimento della Centrale». Quindi ha aggiunto: «Chiariamo subito sull’obbligatorietà. La legge prevede che le aziende pubbliche vadano dismesse; non è prescrittiva perché non stabilisce sanzioni o tempi, ma mese prima o mese dopo arriveremo a questo punto». Per il sindaco l’azienda presenta due limiti strutturali: i costi di produzione sono superiori a quelli di mercato e non ci sono canali commerciali che permettano di espandere lo stesso che pertanto resta limitato alla sola città di Salerno. «Per reggere - ha spiegato - dobbiamo lavorare su un piano industriale espansivo. Già quest’anno abbiamo avuto una contrazione delle vendite. Dobbiamo puntare quindi su chi ha capacità di investire. Noi facciamo i conti con i numeri non con le poesie». Il sindaco ha comunque assicurato che nel futuro bando ci sarà una clausola che preveda la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali - attualmente 52 dipendenti - e che gli uffici competenti coinvolgeranno nella stesura anche le rappresentanze sindacali. Una notizia che è stata colta con grande piacere dal segretario della Cisl Matteo Buono. «Auspichiamo - spiega - che gli annunci del sindaco si trasformino in atti concreti».

Angela Caso

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