«Non avrei permesso violenze su mia figlia» 

La mamma della bimba di Roccapiemonte: Ho già dovuto sopportare abusi da mio padre in passato

ROCCAPIEMONTE. «Non avrei mai consentito a mio padre di fare con mia foglia ciò che ha fatto a me». La trentatreenne madre di Roccapiemonte arrestata per concorso in violenza sessuale sulla sua bambina di nove anni, assieme al nonno della piccola, si difende a spada tratta. A raccontare la sua reazione, ieri davanti al gip Levita che l’interrogava è il suo legale, Eduardo Sorrentino. «La mia assistita ha ribadito con forza di aver saputo di eventuali atti di molestie sessuali a marzo scorso – specifica l’avvocato – ma aveva iniziato delle verifiche per appurare se i fatti fossero veri, senza mettere alla gogna la figlia. Finora queste voci non avevano trovato alcun riscontro».
Anche il sessantanovenne nonno della bimba, finito in carcere per presunta violenza sessuale sulla nipotina e su una coetanea vicina di casa, ha respinto le accuse mosse dal pm Gaetana Amoruso, in base alle indagini dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, al comando del luogotenente Alberto Mancusi. L’anziano, da tempo residente a Nocera Superiore, ha detto di essersi comportato sempre bene con la nipote e altre bambine del palazzo. «Vista che era nota, la condanna del mio assistito per violenza sessuale nei confronti della figlia – sottolinea il legale - temiamo che le bambine possano essere state avvicinate da qualche adulto che non vedeva di buon occhio la presenza del sessantanovenne nel palazzo e quindi abbia potuto determinare una falsa percezione della realtà da parte delle minori. Le bimbe potrebbero aver immaginato, più o meno consapevolmente, una realtà diversa da quella avvenuta. Io per prima ho interesse, e con me i miei assistiti, a comprendere come siano andati veramente i fatti».
È ovvio che in questi casi bisogna agire con la massima cautela, certo è che ha del miracoloso che una figlia, dopo che il padre è stato pure condannato a 12 anni di reclusione per violenza sessuale per anni nei suoi confronti (fatto risaputo a Roccapiemonte), sia riuscita a ricostruire un rapporto di frequentazione con il genitore. Visto questo macigno di precedente, appare difficilmente comprensibile capire perché la madre, sapute di queste voci di violenze sulla figlioletta a marzo-aprile, abbia continuato a far vedere la piccola al nonno fino a luglio scorso, anche da soli.
Salvatore De Napoli
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