Nomine in Provincia L’Anac di Cantone tiene in sella Di Nesta

Per l’Anticorruzione è legittimo l’incarico al direttore generale Nessun ostacolo dal precedente ruolo nel Consorzio Farmacie

«Non sussiste l’ipotesi di inconferibilità nei confronti dell’avvocato Bruno Di Nesta, nominato direttore generale della Provincia di Salerno». A scriverlo in una sentenza (n. 160 del 10 dicembre 2015) è il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone che aveva ricevuto la denuncia dai consiglieri provinciali di Fdi a novembre scorso. Tempo un mese e l’Anac risponde spiegando che il consorzio farmaceutico, di cui Di Nesta era stato presidente non è un «“ente di diritto privato in controllo pubblico”», ma bisogna considerarlo come «un ente pubblico». In altri termini, «le aziende speciali, costituite per la gestione di servizi pubblici locali economici sono enti pubblici titolari di impresa, che agiscono con gli strumenti di diritto comune». Ed ancora: «È stato ulteriormente chiarito dalla giurisprudenza che detti enti “restano nell’alveo della pubblica amministrazione pur quando eventualmente operino con strumenti privatistici”». E dunque «non può ritenersi verificata l’ipotesi prospettata di inconferibilità ai sensi del decreto 39/2013, che ritiene leso il principio di imparzialità di cui all’articolo 97 della Costituzione, nel caso in cui l’incarico dirigenziale di vertice sia conferito a colui che, in provenienza, è stato un amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico, ma non nel caso in cui il soggetto nominato sia stato un amministratore di ente pubblico».

Fine. Ma non proprio. Siamo sicuri che il consorzio farmaceutico intercomunale sia un ente pubblico? Dal sito internet non si comprende o, almeno, il sito non risponde a tutte quelle caratteristiche obbligatorie in materia di trasparenza. In più, sullo stesso sito, nella presentazione, si legge: «Esso infatti presenta le prerogative di un ente pubblico». Che tradotto significa che ne ha le caratteristiche ma di fatto non lo è. Altra curiosità della sentenza è quella di un “refuso”. Ad un tratto infatti, il consorzio farmaceutico diventa: «Consorzio costituito per la gestione associata del servizio di trasporti pubblici locali» e per questo «rientra nel novero dei consorzi per la gestione associata dei servizi».

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