Nola e Marcianise, gli hub campani 

Il primo si è imposto da anni, il secondo ha grandi potenzialità di ulteriore crescita

La grande partita degli interporti in Campania sono i flussi di merci provenienti dall’Estremo Oriente, in crescente transito nel bacino del Mediterraneo. Ad intercettarli, però, sarà un sistema interportuale orbo di Salerno. Eppure, il Piano generale dei trasporti, previsto da una legge nazionale di 34 anni fa, prevedeva una rete di interporti di primo livello, nella quale rientrava il polo salernitano, oltre ad una di secondo livello.
Rispetto al progetto originario, oggi la regione può contare solo sugli interporti di Nola e Marcianise-Maddaloni. L'Interporto di Nola è gestito dalla spa Interporto Campano, di cui sono soci il Cisfi (detiene il 54,116%), alcuni istituti bancari come Unicredit, Banca Imi e Mps (creditori della società) e società di costruzione. Ha iniziato la propria attività nel 1999. Il sito scelto per realizzarlo è adiacente all'area su cui, tredici anni prima, era nato il Cis, polo per il commercio all'ingrosso più grande d'Europa, con 300 aziende e 90 settori merceologici, nato da un'intuizione di alcuni imprenditori napoletani del quartiere Mercato, tra i quali Gianni Punzo.
L’interporto dispone di una stazione ferroviaria interna, collegata direttamente con la rete nazionale, con tredici coppie di binari elettrificati. Ha la capacità di connettersi con tutti i quattro vettori di trasporto, per servire i circa 200 operatori presenti. La superficie è di oltre 3 milioni di metri quadrati, di cui 500 mila occupati da magazzini. Parte di questi costituiscono il cosiddetto Polo del freddo con circa 200 mila metri cubi attrezzati con celle frigorifere polivalenti da zero a meno 30 gradi, in grado di garantire stoccaggio e conservazione di qualunque prodotto deperibile, a partire da quelli alimentari.
L'interporto di Nola è dotato di strutture di sicurezza e di servizio come una stazione dei carabinieri, due sportelli bancari, una stazione di servizio carburanti, un centro congressi, bar e ristoranti. Una dogana di prima categoria è abilitata all'espletamento di tutte le procedure. Cuore dell'interporto è il terminal intermodale che occupa 225 mila metri quadrati.
L'aspetto da sottolineare è che Interporto e Cis costituiscono il Distretto di Nola assieme al centro servizi Vulcano Buono, realizzato dall'architetto Renzo Piano e gestito dall'omonima società costituita da Interporto Campano e Gallerie Commerciali Italia spa (Auchan-Simon Property Group). Interporto Campano possiede anche una quota del 5% della Gesac, gestore dell'aeroporto internazionale di Napoli-Capodichino e, entro l’anno, anche dello scalo di Pontecagnano. Inoltre controlla la Tin spa (Terminal intermodale di Nola) che gestisce il terminal ferroviario interno (nella società ha una partecipazione il gruppo Gallozzi).
L'interporto di Marcianise-Maddaloni, invece, è gestito dalla spa Interporto Sud Europa (97% gruppo Barletta e per la rimanente quota imprenditori privati, e i comuni di Maddaloni e Marcianise). È progettato per un’estensione operativa che supera i 4 milioni di mq. Un'intesa siglata con l'amministrazione comunale di Marcianise ha sbloccato la procedura per autorizzarlo a espandersi fino alle dimensioni previste in origine. Sono insediate 40 imprese che operano su 50 lotti, dando lavoro a 500 persone. All’interno è localizzato anche il Centro commerciale Campania, in cui operano 1500 addetti. Attraverso il collegamento con Capua è connesso anche con la linea Alta Velocità/Capacità Roma-Napoli.
Ise dispone di un proprio terminal intermodale di circa 200.000 mq, direttamente collegato al più grande scalo ferroviario del Sud Italia - lo scalo merci Marcianise/Maddaloni, che annovera altri 2,5 milioni di area strutturata per il sistema ferroviario - attraverso un impianto di presa/consegna di proprietà. Il terminal dispone di 11 binari lavorabili, di un’area doganale di circa 20.000 mq, servita da un binario di 450 metri. (g.r.)
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