«Noi, perseguitati dalla Soprintendenza»

Esposto ai pm del sindaco Fortunato e del fratello: «Con vincoli inesistenti hanno bloccato l’economia di Santa Marina»

SANTA MARINA. «Non ce la facciamo più a subire ritorsioni dalla Soprintendenza». Il sindaco di Santa Marina Dionigi Fortunato e il fratello Giovanni, consigliere regionale, hanno scelto la linea dura per contrastare la Soprintendenza, a loro dire «ente inutile» responsabile di «aver bloccato l’economia del Cilento». Lunga e dettagliata la querela che il primo cittadino ha inviato, per mano dell’avvocato Cinzia Morello, al procuratore della Repubblica di Lagonegro.

Otto pagine di esposto, senza esclusione di colpi, contro il Soprintendente Gennaro Miccio e il funzionario di zona, Carmelo Mola. Fatti e circostanze descritte sulle quali dovrà fare chiarezza ora l’autorità giudiziaria.

Perchè su tredici interventi programmati dal Comune di Santa Marina solo due hanno avuto riscontro favorevole? E come mai solo 22 progetti di edilizia privata su 71 presentati sono stati accolti? Interrogativi che aprono a circostanze denunciate dal sindaco Fortunato ben più gravi come il fermo dei lavori di una strada pubblica ritenuta dalla Soprintendenza in area a vincolo paesaggistico contrariamente a quanto accertato dal Comune e dall’Istituto geografico militare. Lavori successivamente ripresi solo grazie ad un lungo contenzioso conclusosi con una sentenza favorevole del Consiglio di Stato.

Fortunato denuncia inoltre il sequestro, a suo dire illegittimo, di un immobile in località Fratte di proprietà di una dipendente del suo staff. «L’ingegnere Mola – si legge nella denuncia – in qualità di consulente tecnico della Procura partecipò insieme ai carabinieri, nel 2012, al sopralluogo nella proprietà della dipendente comunale e dopo aver costato che per l’immobile erano state acquisiti tutti i prescritti titoli abilitativi, ne dichiarava l’illegittimità per assenza dell’autorizzazione paesaggistica».

«Successivamente a tale sopralluogo – continua Fortunato - l’immobile fu sottoposto a sequestro nonostante l’area non rientrasse nel perimetro della zona vincolata così come attestato dall’ufficio tecnico del Comune e dalla relazione dell’istituto geografico militare». Ma la stranezza che tiene a precisare il sindaco è «che in località Fratte vi erano diverse abitazioni oltre a quella della dipendente comunale e nessuna di esse fu interessata da sopralluogo dell’ing. Mola e né tantomeno da provvedimento di sequestro preventivo».

«Bisognava colpire lei per colpire l’amministrazione – attacca Fortunato - una povera cittadina vessata da un provvedimento ingiusto ed illecito, pur avendo realizzato l’immobile nel pieno rispetto delle norme».

Contestazioni alla Soprintendenza nell’esposto anche «per aver ostacolato lavori pubblici e privati in località Crocefisso e per aver impedito la scorsa estate l’installazione di alcuni chioschi e stabilimenti balneari sull’arenile di Policastro Bussentino». Accuse pesanti sulle quali ora dovrà fare piena luce la magistratura penale sollecitata ad intervenire dal legale di fiducia dei due politici.

Vincenzo Rubano

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