«Noi a lutto ma non vogliamo morire»

Corteo di dieci chilometri da Aversa a Giugliano per dire “no” all’inceneritore. Scendono in piazza anche gli immigrati

GIUGLIANO. «Questa terra è a lutto ma non vuole morire». È lo slogan conclusivo della manifestazione regionale contro la realizzazione di un termovalorizzatore a Giugliano, svoltasi ieri pomeriggio e conclusosi a sera. Un lungo corteo da Aversa a Giugliano, snodatosi per una decina di chilometri sotto una pioggia battente per chiedere alla Regione Campania il ritiro immediato del bando di gara per la costruzione dell’impianto destinato a bruciare i sei milioni di ecoballe di rifiuti, stoccati a Taverna del Re, alla periferia di Giugliano. Ma soprattutto un corteo per chiedere l’avvio del piano di bonifica delle tante aree che nel corso degli ultimi decenni sono state avvelenate dallo sversamento illegale di rifiuti.

A gran voce è stato chiesto di contrastare con maggiore fermezza il fenomeno dei roghi tossici, che ha ormai fatto conoscere questo lembo della Campania come la “Terra dei fuochi”. In piazza ieri sono scesi soprattutto tantissimi cittadini. Alcune migliaia in rappresentanza dei comitati, delle associazioni da anni in prima linea ma anche numerose famiglie. Con loro c’erano alcuni rappresentanti istituzionali, come il vice sindaco di Napoli Tommaso Sodano (ha sfilato anche il gonfalone del Comune di Napoli), delle amministrazioni di Marano, di altri centri della provincia casertana.

In piazza con le popolazioni locali anche una folta delegazioni di immigrati, molto sensibile al problema dell’inquinamento, che ha esposto uno striscione con la scritta: “Da Lampedusa a Giugliano: uniti vinciamo”. È stata la giornata dell’orgoglio, della rabbia gridata a gran voce, come ha detto don Maurizio Patriciello, che ha preso parte al corteo insieme a padre Alex Zanotelli. Una manifestazione che è servita a sancire «la fine della stagione degli inceneritori», ha aggiunto invece Tommaso Sodano, vice sindaco al Comune di Napoli.

“No agli inceneritori né a Giugliano né altrove” hanno gridato i manifestanti ai quali sta particolarmente a cuore anche l’avvio delle bonifiche. Terra avvelenata, che non vuole essere più terra di morte. Lungo il tragitto del corteo i manifestanti hanno ricordato a se stessi e agli altri le storie di tante persone che si sono ammalate di tumore; malattie che, a loro dire, sono legate all’inquinamento dovuto agli sversamenti illegali di scorie nocive.

Giugliano e l’intera area Nord di Napoli ora vogliono “svoltare”. Tanto che i comitati non si arrendono e hanno già annunciato una nuova manifestazione per il prossimo 14 ottobre dinanzi al palazzo della Regione a Napoli.