Nocerini pronti alla class action

Tessera del tifoso: una neonata associazione è decisa a chiedere i danni

NOCERA INFERIORE. Doveva nascere come aggregazione di tifosi, soprattutto per rappresentare lo “zoccolo duro” di un ipotizzato e studiato azionariato popolare. Ma le circostanze hanno indotto i padri fondatori ad un’uscita particolare, che tiene conto della strettissima attualità. L’associazione “Nocerini” (logo con molosso, scritta passione rossonera) è pronta a tutelare, nelle opportune sedi, il “decoro e la reputazione” dell’intera collettività. La neonata associazione, proprio in nome e per conto della collettività, si ritiene parte lesa, cioè ferita moralmente dalle accuse che l’hanno dipinta su scala nazionale e mondiale come interamente collusa con associazioni criminali. In quanto alla famigerata Tessera del Tifoso, l’associazione preannuncia un atto concretissimo: promuovere una sorta di “class action”, cioè un’azione collettiva rivolta all’ottenimento del risarcimento dei danni economici e morali subiti a seguito del divieto di seguire la squadra in trasferta a Salerno, praticamente intimato a circa seimila persone possessori della tessera stessa. È il primo obiettivo del gruppo di soci-fondatori, composto da 24 persone, tifosissimi delle due Nocera, gente che vive il calcio con sana passione: Giovanni Rossi, Alfonso Scannapieco, Francesco Fasciani, Gian Luca Tortora, Luigi Spinelli, Gaetano Maiorino, i due omonimi Francesco Cuomo, Salvatore Prete, Gaetano Pane, Andrea Monaco, Carmine Passaro, Raffaele Annarumma, Pasquale Califano, Raffaele Cuomo, Sandro Natale, Giacomo Marcone, Giuseppe Bove, Francesco Spinelli, Massimiliano Bergamo, Antonio Apicella, Gaetano Petrosino e Giampaolo Palma.

L’idea originale è nata l’estate scorsa, quando ci fu la corsa contro il tempo per assicurare l’iscrizione al campionato della Nocerina. A quel tempo non c’erano i margini per tentare l’azionariato. Ma i 24 fondatori, cominciando dall’ideatore Giovanni Rossi, decisero di rimandare di qualche mese lo start up, accompagnandolo con reale costituzione associativa e normativa. L’azionariato? Piccole quote alla portata di tutti per poi entrare in società. Lo scopo principale? Crescere e cercare d’invogliare con il loro esempio quelli che potrebbero metterci qualcosa o parecchio in più per assicurare un degno futuro alla squadra del cuore. (m. m.)