IL CASO

Nocera Superiore: «Rogo nel deposito: incendio doloso»

La procura sequestra l’area e apre un fascicolo d’inchiesta. I rilievi dell’Arpac sull’aria: nessuna variazione dei parametri

NOCERA SUPERIORE - Svolta nell’inchiesta sullo spaventoso incendio sviluppatosi nella tarda mattinata di domenica in Via Case Vecchie, nella zona della Starza, a confine tra le due Nocera. I carabinieri della Stazione di Nocera Superiore guidati dal comandante Angelo Arienzo hanno posto sotto sequestro ciò che è rimasto del capannone di 600 metri quadrati della Sud Frutta Nocerina. In attesa degli esiti dei rilievi effettuati, il fascicolo è stato aperto dalla Procura di Nocera Inferiore sull’ipotesi di incendio doloso. Ieri, sebbene le fiamme fossero state spente già nella serata di domenica, dopo l’incessante lavoro di otto squadre di vigili del fuoco giunte da Nocera Inferiore, Sarno e da Salerno, nella zona circostante il deposito divorato dalle fiamme l’aria era ancora irrespirabile. Per precauzione il sindaco di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano , già da domenica, mentre una colonna di fumo altissima si levava nel cielo e ricopriva tutta la zona, aveva provveduto a far allontanare i residenti di due abitazioni situate a pochissima distanza dal luogo dell’incendio. Una casa in particolare, la più vicina al deposito in fiamme, ha riportato danneggiamenti all’intonaco. Il fumo ne ha infatti annerito la facciata, ma fortunatamente senza conseguenze per gli occupanti.

Ingenti i danni riportati dall’azienda, ad essere divorati dalle fiamme, oltre alla struttura e alle cassette di plastica e di legno, anche un automezzo dotato di refrigeratore e le celle frigorifero. Ieri, intanto, dall’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale Campania, sono arrivati gli esiti dei primi rilievi. I tecnici Arpac del Dipartimento di Salerno erano subito intervenuti domenica su attivazione e di concerto con i Vigili del Fuoco. Da un primo sopralluogo, il materiale soggetto a combustione è apparso composto da plastica e legno. È ancora in corso, invece, il monitoraggio di un set di inquinanti atmosferici potenzialmente dispersi nel corso dell’incendio, con un campionatore attivo e una serie di altri strumenti passivi posizionati nei pressi del sito interessato dall’incendio, per determinare le concentrazioni in atmosfera di PM10, metalli, Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa), acido cloridrico, toluene, benzene, xilene.

Una prima valutazione dei dati grezzi provenienti dalle stazioni fisse della rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita dalla Uoc Reti di monitoraggio e Centro meteo, in particolare quelli acquisiti nel pomeriggio/sera di domenica dalle stazioni di Nocera Inferiore e Cava de’ Tirreni, «non ha evidenziato, limitatamente ai parametri monitorati (tra cui PM10, PM2.5, ossidi di azoto, ozono, monossido di carbonio), variazioni che siano riconducibili all’incendio, in linea con le condizioni meteorologiche in atto favorevoli alla dispersione degli inquinanti». «Nei prossimi giorni - fanno sapere dall’Arpac - si provvederà al campionamento dei suoli superficiali (top soil), in terreni situati lungo la direzione di prevalente dispersione della colonna di fumo generata dall’incendio, per valutare eventuali impatti da ricaduta degli inquinanti rilasciati nel corso dell’evento».

Luisa Trezza