LA STORIA

Nocera Superiore, il sogno s’avvera: Alfonso torna a camminare

Il macellaio affetto da mielite può utilizzare un esoscheletro grazie a una raccolta fondi

NOCERA SUPERIORE - Nei corridoi del centro di riabilitazione “ Gli Angeli di Padre Pio” a San Giovanni Rotondo ormai Alfonso Peluso non si limita più a camminare ma vola, procede come un razzo, sempre più spedito con la sua speciale armatura, l’esoscheletro al quale ha dato pure un nome, giacchino. Peluso, dopo meno di un mese di terapia, indispensabile per poter utilizzare liberamente l’ausilio meccanico, ieri mattina, per la prima volta, ha lasciato le sale della struttura pugliese e, dopo aver attraversato i lunghi corridoi bianchi, ha preso prima l’ascensore per scendere al piano terra e poi, finalmente, ha imboccato l’uscita, camminando per strada e riassaporando quella normalità che aveva perso da tempo. Il 39enne, originario di Nocera Superiore e che vive a Castel San Giorgio, è tornato in piedi grazie ad una straordinaria raccolta fondi avviata dalla famiglia e da tanti amici e conoscenti che gli hanno consentito di mettere insieme la cifra necessaria per poter acquistare il prezioso esoscheletro.

Il 19 febbraio scorso, aveva potuto anche iniziare la riabilitazione interamente finanziata dalla Asl Salerno. Un altro grosso ostacolo superato grazie al sistema sanitario altrimenti Alfonso Peluso avrebbe dovuto affrontare anche le spese per poter allenare il suo corpo ad indossare ed utilizzare l’apparecchiatura. Un passo dopo l’altro, con fatica ma sempre con il sorriso sulle labbra, il giovane ha compiuto la sua prima passeggiata per strada. La sua storia, fino a 3 anni fa era quella di un ragazzo normale che si divideva tra il lavoro di macellaio presso una catena di supermarket, la famiglia e la passione per i cavalli.

All’improvviso, il 21 maggio 2017, dopo una febbre violentissima, Peluso ha iniziato a non sentirsi più le gambe. Dopo una lunga serie di esami arrivò la terribile verità che suonò subito come una condanna: mielite trasversa con ben tre lesioni midollari. A Peluso è caduto il mondo addosso e al contempo ha iniziato a girare diversi centri specializzati in tutta Italia che, però, confermavano l’impietosa diagnosi: non sarebbe più tornato a camminare. Questo fino a quando le sue figlie maggiori durante le estenuanti e continue ricerche in rete non si imbattono nell’esoscheletro, l’unico a poter consentire al loro papà di ritornare a camminare. Così, grazie alle tante donazioni, il sogno è diventato realtà. Ora mancano solo gli ultimi 13 mila euro a fronte dei 53 mila già raccolti dalla famiglia Peluso.

Luisa Trezza