L'INCHIESTA

Nocera Superiore, i “re dei market” in silenzio dal giudice

“Sistema” per evadere il Fisco: Carusone e De Filippo fanno scena muta dal gip dopo il sequestro di società e beni

NOCERA SUPERIORE - Hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, Gianmarco Carusone , 53enne di Nocera Superiore, e Antonio De Filippo , 66enne di Nocera Superiore, comparsi per l’interrogatorio di garanzia dopo l’obbligo di dimora emesso nei loro confronti. I due, difesi dai legali Gregorio Sorrento e Gaetano Bruno , sono indagati per truffe finanziarie ed evasione fiscale, con il sequestro di quote societarie e bancarie per tre milioni e mezzo di euro, con la “Amor di casa”, società finita al centro del sistema contestato.

I due non hanno fornito elementi ulteriori per l’attività investigativa, senza opporre una spiegazione rispetto al meccanismo messo in piedi per aggirare pagamenti e versamenti in termini di imposte, accumulando un debito ingente ora al centro del lavoro della Procura nocerina. I militari della Guardia di Finanza, guidati dal luogotenente Pietro Citro , hanno ricostruito un trasferimento di beni e quote con mancate dichiarazioni e occultamento di documenti e beni, mediante azioni illecite truffaldine, con l’intero lavoro sul campo eseguito con verifiche e raffronti documentali, confronti di cifre e di ammanchi, coordinato dal sostituto procuratore Davide Palmieri e dal procuratore capo Antonio Centore . I due indagati, Carusone in qualità di socio unico ed amministratore di fatto, il secondo, De Filippo, impegnato a rivestire la carica di amministratore legale, con i ruoli di responsabilità formale rivestiti in periodo diversi fino al 2018 in sinergia, avrebbero svuotato l’intero patrimonio dell’impresa, utilizzando società indirettamente e direttamente riconducibili al titolare, dopo l’avvenuta dichiarazione di fallimento, come rimesso insieme dagli uomini delle fiamme gialle impegnati nell’attività informativa, facendo sparire il patrimonio.

I beni riferiti ai supermercati, in particolare, sarebbero stati sottratti evitando il pagamento delle imposte dovute all’erario. La parte finale della strategia fraudolenta, nelle ricostruzioni svolte dalla Procura di Nocera Inferiore, era la cessione dell’intero capitale sociale alla società straniera Slava Holdings, con la nomina di un nuovo amministratore residente all’estero e il trasferimento a Londra della sede sociale, con la cancellazione di “Amor di casa”, divenuta di fatto inesistente, sparita dal registro delle imprese. A questo punto, il piano era completo, con un’azienda fantasma e tutto il suo contenuto. In particolare, il sequestro disposto dal pm dopo l’accoglimento da parte del giudice per le indagini preliminari Giovanni Pipola , riguarda beni mobili, immobili e valori mobiliari riconducibili alla ditta “Amor di casa” il tutto finalizzato alla confisca per equivalente, dopo il calcolo delle cifre frodate eludendo il pagamento delle quote al fisco, con una decina di punti vendita individuati nel territorio dell’Agro e in zone limitrofe.

Decisivo, per la fase cruciale del lavoro di accertamento e ricostruzione era stato il lavoro di vaglio di carte contabili e condizioni patrimoniali svolto dai curatori fallimentari, impegnati a richiedere le documentazioni, mai esibite se non in parte risibile e insufficiente, con solo alcune cambiali mostrate dai titolari. Il silenzio dei due di fronte al giudice chiude la prima fase cautelare a carico, con possibilità di ricorso al Riesame di Salerno contro le misure personali e societarie.

Alfonso T. Guerritore