il caso

Nocera Inferiore: Spari in centro, giovane si costituisce

Moreno Caputo ha esploso tre colpi di pistola dopo un violento alterco avuto in un bar con un suo vecchio conoscente

NOCERA INFERIORE. «Mi perseguitava da tempo. Alla fine non ce l’ho fatta più e gli ho sparato». Così Moreno Caputo, originario di Pagani e già noto alle forze dell’ordine, si è giustificato con i carabinieri della stazione di Angri, subito dopo essersi costituito nella notte di venerdì, con gli investigatori sulle sue tracce, per poi essere tradotto al carcere di Salerno-Fuorni in attesa dell’udienza di convalida nei prossimi giorni.

È lui il giovane che ha esploso tre colpi di pistola in sequenza a piazza Guerritore, contro P.C., finito nel mirino per una precedente contesa. Ininfluente la presenza di una donna nella vicenda: semplicemente la vittima si era rivolta anche a lei, moglie di Caputo, per non meglio precisate rivendicazioni. L’episodio potrebbe ricollegarsi a crediti pregressi vantati uno dall’altro, o a vicende di droga, dato il passato giudiziario di Caputo, già coinvolto in vicende di spaccio di stupefacenti e detenzioni di armi. Proprio l’arma rappresenta l’altro elemento determinante, con l’accusa formalizzata di porto d’armi e spari in luogo pubblico a far scattare le manette: «La pistola ’ho presa a Napoli, nella zona della stazione, l’ho pagata un bel po’. Dovevo chiarire la questione e far smettere il mio persecutore». Caputo si è recato in caserma accompagnato dal suo legale di fiducia Giuseppe Buongiorno scegliendo di mettere fine alle ricerche e fornire spiegazioni. Il giovane era sottoposto da alcuni anni alla messa alla prova, dopo aver scontato delle pendenze giudiziarie. La pistola con matricola abrasa è la prova regina, consegnata ai carabinieri contestualmente alla sua presentazione in caserma. La versione dei fatti della vittima, invece, non combacerebbe con quanto riferito da Caputo: un debito, una storia di soldi, una cifra importante potrebbe essere la reale ragione della contesa. La scena degli spari era avvenuta alle 17 circa di venerdì pomeriggio, dopo l’iniziale lite esplosa durante un incontro in un bar, accompagnata da parole forti e minacce.

Quindi, l’inseguimento partito verso via Dentice, con l’inseguito che si difende armandosi di pietre raccolte lungo i binari ferroviari e i tre colpi di pistola. Un bossolo viene recuperato proprio lungo la strada ferrata, durente le accurate ricerche dei poliziotti del Commissariato, supportati dai colleghi della squadra mobile di Salerno. Nessuno dei due si è ferito, ma i proiettili vaganti potevano fare molto male. «Non volevo colpirlo – ha spiegato ancora Caputo, che ora è in cella alla casa circondariale di Salerno, raggiunto dal provvedimento di fermo di indiziato di delitto - volevo solo spaventarlo e farlo smettere».

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA