IL PROCESSO

Nocera Inferiore, follia ultras: in aula la verità del poliziotto

Ricostruiti gli scontri tra i tifosi di Nocerina e Perugia nel 2013: alla sbarra 14 sostenitori “molossi”

NOCERA INFERIORE - «Eravamo in due quel giorno. Ci trovammo in mezzo tra ultras del Perugia e della Nocerina »: così il poliziotto Carmine Guida ha ricostruito ieri mattina, davanti ai giudici, le concitate fasi di scontro del settembre 2013 relative al match Nocerina- Perugia, nel processo contro 14 imputati, tutti sostenitori dei molossi. «Noi eravamo al centro, in mezzo tra i tifosi locali e i perugini», ha spiegato il poliziotto, «ma nessuno ci assalì. Piuttosto si lanciavano oggetti tra di loro, pietre, in senso reciproco, colpendo anche le altre auto presenti in zona ». Quando il poliziotto arrivò sul posto con un collega, in una zona poco distante dallo stadio San Francesco, si accorse della presenza di almeno tre pulmini provenienti da Perugia, con un’auto.

«Arrivavano da via Rea. Li facemmo risalire in direzione stadio, noi con l’auto davanti e loro dietro. Di fronte a noi c’erano gli ultras della Nocerina. In quel momento c’era un’auto dei carabinieri che aveva già chiuso una strada, mentre a breve sarebbero arrivate altre unità del reparto mobile, chiamati da noi». Sul posto, mentre si scatenavano le sassaiole, con la violenza che coinvolgeva suppellettili, auto parcheggiate e l’intero contorno urbano, «non ci fu possibile riconoscere nessuno, avevano volti travisati e noi lavoravamo alla sicurezza e all’ordine pubblico. Solo di sera, tornando a casa a fine servizio mi accorsi di una lesione alla schiena. Non andai in ospedale». Il processo contro i 14 ultras imputati di devastazione per gli scontri con la Polizia del settembre 2013, con i disordini esplosi prima della gara interna disputata contro il Perugia.

Agli atti del dibattimento sono già stati depositati i rilievi fotografici dell’arredo urbano vandalizzato dalle scorribande dei tifosi, costituiti da almeno venti soggetti. In precedenza, altri agenti di polizia avevano confermato le identificazioni, ricostruendo i riconoscimenti, rimettendo insieme la sassaiola effettuata con sanpietrini e frutta, con i nocerini che erano coperti il volto.

L’epicentro degli episodi avvenne nei giardinetti piazzetta De Santis, con pezzi di tufo adoperati come munizioni, e lungo via Orlando e via Iovane, il 30 agosto 2013. Il processo, prima dell’assistente di polizia sentito ieri, era entrato nel vivo con le deposizioni degli inquirenti, a partire dagli uomini della Squadra mobile di Napoli, con accuse di devastazione e saccheggio e pene previste dagli otto ai quindici anni di reclusione, con ulteriori contestazioni di lesioni per le ferite riportate dai sette agenti e violenza privata. Gli ultras sono componenti dei gruppi del rione Arenula e di Via Gelsi: la prossima udienza è prevista il 19 giugno.