IL FATTO

Nocera Inferiore, a processo Barba e i suoi “prestanome”

L’imprenditore è accusato di aver intestato fittiziamente i beni per evitare provvedimenti antimafia

NOCERA INFERIORE - Affronteranno il processo, con l’accusa di falsa intestazione e attribuzione fittizia di beni e quote societarie, l’imprenditore nocerino Ciro Barba, al centro di un sistema criminale ricostruito dalla Procura antimafia di Salerno, insieme ad altri 10 imputati coinvolti. Barba, gestore di un articolato meccanismo economico finanziario, tra proprietà immobiliari e società di diversi settori, avrebbe eluso disposizioni di legge e misure di prevenzione patrimoniale, in vista di eventuali confische o sequestri legate a condanne per accuse di camorra, poi annullate e prescritte negli anni.

Dopo aver conosciuto. a giugno 2012, i fratelli Walter e Giorgio Bonfiglio, aveva avviato una serie di attribuzioni di quote: le ricostruzioni comprendono le cessioni fittizie delle “CalSa srl” a Luigi Pagliaro e Santolo Battipaglia, poi alla moglie Felicia Silvestri e a Lara Macelloni, moglie di Giorgio Bonfiglio, attribuendo nel dettaglio quote della “Italian Food srl” a Walter Bonfiglio, della “Green Profit Tuscany”, a Pagliaro e Battipaglia, della “Global Foods” a Ciro Eboli, già candidato al consiglio comunale (e di recente condannato nella sentenza di primo grado del processo “Un’altra storia”), nominato amministratore, con quote totalitarie attribuite a Gerardo Luciano.

Alfonso T. Guerritore

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