la decisione del tar

No alla confisca della Cofima «Procedimento sbagliato»

«La sentenza dell’ex Cofima è di tipo procedimentale e non esaurisce il potere dell’amministrazione». Il sindaco Marco Galdi ha commentato con queste parole la sentenza del Tar, emessa nella giornata...

«La sentenza dell’ex Cofima è di tipo procedimentale e non esaurisce il potere dell’amministrazione». Il sindaco Marco Galdi ha commentato con queste parole la sentenza del Tar, emessa nella giornata dello scorso giovedì, che ha annullato il provvedimento firmato dal dirigente comunale Luigi Collazzo che prevedeva la confisca, da parte del Comune, del plesso industriale dismesso. Come sottolineato da Galdi, ciò che viene imputato è il fatto che non c’è stato un corretto contraddittorio con le parti interessate. In soldoni il Comune non ha fornito ai destinatari dell’ordinanza (tra cui spicca l’azienda “Califano e Panico”) la possibilità di obiettare le proprie ragioni. «Si tratta solo di un problema procedimentale ed il Tar non ha effettuato alcuna valutazione di merito sulla lottizzazione – ha precisato il sindaco – Mi sento di etichettarla come una vittoria di Pirro e da avvocato tengo a sottolineare che nulla vieta agli uffici di emettere un’analoga ordinanza facendo attenzione, questa volta, a rispettare la procedura».

Ha, poi, aggiunto quasi per contenere la precedente fuga in avanti: «Spetterà comunque agli uffici decidere ed agire nella loro piena autonomia». Continua, dunque, a produrre i suoi effetti la problematica ex Cofima, uno dei tasselli di cui si compone l’inchiesta della Dda che ha portato all’operazione “Tsunami 1”, nella quale sono stati coinvolti lo stesso sindaco ed i consiglieri di maggioranza, tutti raggiunti da un avviso di garanzia per aver votato sì all’acquisto dell’area industriale ad un’asta fallimentare del tribunale di Salerno. Sull’area aleggia il sospetto di una lottizzazione abusiva emersa durante le indagini della Dda e non evidenziata neppure dalla curatela fallimentare alla quale il Comune ha fatto causa nel tentativo di recuperare le somme già versate.

Alfonsina Caputano