No al reintegro in servizio per la Santoro e Petillo

Anche il Consiglio di Stato boccia il ricorso degli ex sottufficiali finiti nei guai Per i giudici l’istanza non presenta “sufficienti elementi di fondatezza”

CAPACCIO. Nuovo “no” al reintegro al lavoro per gli ex comandanti della Forestale di Foce Sele, Marta Santoro e suo marito Antonio Petillo, a capo della stazione di Capaccio. Dopo il Tar, pronunciatosi lo scorso dicembre, anche il Consiglio di Stato ha infatti respinto il loro ricorso. Alla base del rigetto dell’istanza contro la sospensione cautelativa del servizio e dello stipendo, il fatto che la stessa non è “suffragata da sufficienti elementi di fondatezza”, in virtù del procedimento penale a carico della Santoro e di Petillo. La discussione nel merito è stata fissata per il 10 luglio prossimo. Non sono state accolte dunque le motivazioni dei legali ed è stata confermata “la gravità delle azioni poste in essere nell’espletamento delle funzioni di polizia giudiziaria”. La sospensione dal servizio era scattata in via obbligatoria un anno fa, quando l’allora comandante della Forestale di Foce Sele era stata arrestata insieme al marito, con l’accusa di concussione, per le tangenti chieste ad alcuni imprenditori della zona. Tra giugno e luglio scorsi, entrambi erano tornati in libertà e l’allontanamento dal lavoro si era trasformato da misura obbligatoria a decisione facoltativa. La Forestale l’aveva però confermato, ai primi di settembre, con un provvedimento che aveva messo a “riposo temporaneo” i due dipendenti, nell’attesa degli esiti processuali. Lo scorso dicembre, i giudici del Tar avevano quindi respinto il loro ricorso. “La sospensione adottata non solo è legittima ma doverosa e il provvedimento dell’8 settembre 2013 è adeguatamente motivato – si leggeva nella sentenza – in relazione alle gravissime condotte poste in essere dalla dipendente, al nocumento dell’azione amministrativa e all’immagine del Corpo forestale dello Stato”. Da qui il ricorso al Consiglio di Stato, che ha a sua volta respinto la richiesta.

Marta Santoro, intanto, oggi dovrà comparire davanti al giudice Maria Zambrano per un altro filone del procedimento che la vede coinvolta per favoreggiamento e corruzione in atti contrari ai doveri di ufficio, falso materiale e ideologico in atti pubblici, in concorso e in maniera reiterata. L’ex sovrintendente, il 7 marzo scorso, è stata condannata a 8 anni e 4 mesi di carcere nel processo per le “mazzette”.

Angela Sabetta

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