il caso

Niente fanfara, il Comune ha un debito di 160 euro con i carabinieri

Il sindaco di Angri, Cosimo Ferraioli, aveva scritto al comando generale per un invito ma si è visto rispondere con la richiesta di liquidare la cifra risalente a un evento di due anni fa

ANGRI. Il Comune vuole la fanfara dei carabinieri alla festa di San Giovanni Battista? No, grazie, hanno risposto i carabinieri, prima liquidateci un debito di - tenetevi forte - di 159,08 euro: in lettere, come sui bollettini postali e sugli assegni, centocinquantanove/80, cifra relativa alla presenza della succitata fanfara all'inaugurazione della strada dedicata ad Angri due anni fa, il 22 febbraio del 2014, al generale Niglio. Nei secoli fedeli, certo, ma anche attenti ai conti e non certo samaritani.

La storia l'ha rivelata l'attuale sindaco angrese, Cosimo Ferraioli, che ha preso carta e penna - pardòn, ha preso smartphone e dito indice - e su Facebook ha scritto che, su richiesta di un comitato festeggiamenti per San Giovanni Battista, lo scorso ottobre ha contattato il comando generale dei carabinieri invitando la fanfara dei carabinieri per giugno. Dopo qualche mese, il comando ha risposto al sindaco ed ha ricordato che avanza ancora dall'amministrazione comunale angrese, l'iperbolica cifra di cui sopra.

Ferraioli ha preso atto ed ha deciso di dividere quel debito tra gli attuali consiglieri di maggioranza, chiedendo loro di autotassarsi. Non per l'enormità della cifra, ma perché, in caso contrario, quei quasi 160 euro avrebbero gravato comunque sui contribuenti finendo anche tra i famigerati debiti fuori bilancio. Ed ha concluso - ecco spuntare la polemica: «Il grottesco episodio è sintomatico del modo di fare di chi ci ha preceduto nel governo della città».

La polemica è il sale di molti dibattiti, si sa: si polemizza nel calcio e nello sport in generale, si polemizza al bar e a casa propria; ma il terreno più fertile alla polemica lo offre sicuramente la politica, e in questo caso ci troviamo al più classico dei cavalli di battaglia: quello delle accuse della minoranza alla maggioranza, che un tempo però era minoranza e quelle accuse le muoveva all'allora maggioranza, oggi minoranza. Cefalea a parte, stavolta la polemica oltre ad avere tutti gli ingredienti giusti, ha un aroma che rende più saporosa la minestra e non fallisce mai: i soldi. E ho detto tutto.