Niente contratti, Sita lancia l’ultimatum

Le Province di Avellino, Napoli e Salerno non hanno prodotto atti: dipendenti in mobilità dal primo marzo

Sita Sud non ha più intenzione di aspettare. Il senso di insofferenza e stanchezza di un’azienda che di fatto sarà obbligata a svolgere i servizi minimi per il territorio è acuito dall’immobilità e dalla mancanza di risposte degli enti committenti. Ad oggi l’unica ad aver provveduto a inviare la lettera d’obbligo di servizio è stata la Regione Campania, tacciono le Province di Avellino, Napoli e Salerno che non hanno ancora prodotto atti formali che tengano fede agli impegni presi nelle scorse settimane a Palazzo Santa Lucia. Sita Sud ha dunque scritto agli enti interessati includendo anche Anav, Prefettura e Confindustria Campania per chiedere delucidazioni sul futuro e sullo svolgimento del servizio.

Si attendono, dunque, risposte formali che evitino un ulteriore colpo a un comparto fondamentale come quello dei trasporti. Se nulla dovesse muoversi nei prossimi dieci giorni Sita abbandonerà in maniera coatta la Campania e dal primo marzo partirebbe anche la procedura di mobilità per i lavoratori dell’azienda. «E’ di tutta evidenza - si legge in una nota dell’azienda - che si continua a temporeggiare, mentre l’azienda subisce e registra ulteriori ed ingenti perdite. In assenza di concreta e sollecita definizione delle problematiche in essere, mediante la imposizione degli obblighi di servizio pubblico contestualmente da parte di tutti gli enti affidanti e la stipula di nuovi contratti di servizio, Sita nel confermare il recesso dai rapporti di fatto in essere, intraprenderà in data primo marzo 2013 le procedure di mobilità». Il paradosso, ha commentato il direttore dell’azienda Simone Spinosa «è che per la prima volta l’unica a tener fede agli impegni presi è stata proprio la Regione Campania. Mi auguro che chi non si è ancora manifestato lo faccia presto, in ogni caso questa è l’ennesima dimostrazione della scarsa attenzione prestata alla nostra realtà. Come al solito siamo chiari e riteniamo di dover essere trattati con rispetto». Le organizzazioni sindacali sono indignate per il silenzio istituzionale e preoccupate per il mantenimento dei livelli occupazionali. «Sono molto allarmato - ha commentato Amedeo D’Alessio, segretario generale Filt Cgil - le stazioni appaltanti latitano e fra l’altro danno anche la sensazione che pur essendoci una direttiva generale la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Ci sono smarrimento e confusione che rischiano di complicare ulteriormente le cose. Le istituzioni facciano il loro dovere». I dipendenti sono preoccupati e, ha aggiunto D’Alessio «chiedono all’azienda di starci vicino perché l’obiettivo è comune. Siamo sempre stati uniti e siamo fermamente convinti che Sita abbia ragione ma val la pena di tentare tutte le strade per salare un servizio di primaria importanza e centinaia di posti di lavoro in una regione ed un comparto già fortemente in crisi».

Carmen Incisivo

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