Niente condono edilizio Da 31 senatori no a Monti

I parlamentari campani del Pdl e di Coesione nazionale negheranno la fiducia Chiedevano che fossero riaperti i termini per applicare la sanatoria

ROMA. Trentuno senatori non voteranno o diranno “no” alla fiducia chiesta dal governo sul decreto sanità. La protesta, hanno spiegato 12 di loro in una conferenza stampa convocata dal coordinatore campano del Pdl Francesco Nitto Palma e dal capogruppo di CN Pasquale Viespoli, è per la decisione di “scalendarizzare” dai lavori dell’aula del Senato il provvedimento che avrebbe consentito di “applicare” anche in Campania il condono edilizio che si ebbe in tutta Italia (ad eccezione della Campania appunto) nel 2003. Alla protesta, che si esprimerà, “a seconda delle diverse sensibilità”, o con una non partecipazione alla fiducia o con un voto contrario, aderiscono i 18 senatori del Pdl eletti in Campania (erano 17 perchè Barbara Contini è andata nel Terzo Polo, ma si è aggiunto Nitto Palma che è ormai coordinatore campano del partito) più i 13 componenti del gruppo di Coesione Nazionale. «Tutto quello che hanno detto i media sino ad ora è falso perchè noi non volevamo un nuovo condono, volevamo semplicemente - spiega Nitto Palma - che si applicasse anche alla Campania quello che venne applicato a tutte le altre regioni italiane nel 2003. Chiedevamo che si riaprissero i tempi per ottenere anche in Campania quella sanatoria di cui hanno già beneficiato tutti gli altri». Cosa che invece con la “scalendarizzazione” del ddl dall’Aula è «stata impedita». «Il motivo ? - risponde Viespoli - solo la strumentalizzazione, la propaganda politica, la demonizzazione dell’avversario». E questo «creando un precedente pericolosissimo visto che la decisione di togliere il ddl dal calendario è stata motivata dal fatto che il governo avesse dato parere negativo». La decisione però, interviene Palma, non ha senso visto che «oltretutto non ci sono soldi, nè tempo per operare gli abbattimenti e soprattutto mancano le discariche per ospitare gli eventuali materiali di risulta nocivi». Secondo i dati forniti alla conferenza stampa, infatti, si dovrebbero abbattere circa 70mila manufatti e «contando che in media se ne eliminano circa 42-43 l’anno - insiste l’ex ministro - ci vorrebbero secoli per finire il lavoro». In più, prosegue, «se si conta una media di 4 persone per ogni manufatto stiamo parlando di togliere la casa ad un equivalente di persone che popola città come Perugia. Una cosa davvero assurda».