“Newlat”, si apre uno spiraglio

Tentativo di accordo tra azienda e sindacati durante il vertice a Roma

Si apre uno spiraglio per i 234 lavoratori del gruppo “Newlat” a rischio licenziamenti, soprattutto per i diciotti che fanno parte dello storico stabilimento del pastificio Pezzullo di Eboli. Le organizzazioni sindacali Flai Cgil e Cisl Uil, all’ultimo tavolo di confronto tenutosi a Roma hanno presentato una linea comune alla proprietà del gruppo, dalla quale si evince il ritiro dalle trattative dei licenziamenti e la verifica di eventuali esuberi con soggetti in prepensionamento, così da evitare tagli.

Dopo ore di trattative, sembra che i rappresentanti della proprietà abbiano dato ascolto alle organizzazioni sindacali. Per questo motivo si pensa a uno spiraglio futuro per i lavoratori, anche se i sindacati al momento non bloccano lo stato di agitazione negli opifici di tutta Italia interessati dai tagli, in attesa che la “Newlat” dia risposte concrete sui cosiddetti esuberi. In caso di risposta negativa alle proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali, appare inevitabile lo sciopero nazionale di tutto il gruppo, compresa ovviamente la Pezzullo, per otto ore.

«L’ultimo incontro- ribadisce il rappresentante del Flai Cgil, Vito Grieco- è stato contradistinto dalla decisione unitaria di tutte le organizzazione sindacali, siamo decisi a portare avanti la nostra “battaglia” per evitare i licenziamenti».

Lo storico stabilimento della Pezzullo vanta una forza lavoro, tra stabilimento della pasta e mulino, di circa ottanta dipendenti, da alcuni anni il suo controllo è nelle mani dell’imprenditore campano Angelo Mastrolia, che con il gruppo “Newlat” opera da anni nel campo della produzione di latte, formaggi e alimenti vari. Nonostante la forza di questo colosso alimentare, che opera in tutta Italia e anche in Europa, negli ultimi anni c’è stato il taglio di circa cinquanta lavoratori ebolitani tra la produzione di filati, con lo stabilimento trasferito a Lodi, e la Pezzullo, interessata nel 2008 da 26 licenziamenti.

Sergio Macellaro

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